Mi avevano detto che Realismo magico in Adriatico di Colombre (il suo terzo disco uscito a fine marzo per Bomba Dischi) era bello, ma in un atto d’implicita insubordinazione rispetto alla puntualità delle recensioni e alla necessità di stare sempre sugli accadimenti, ho rimandato l’ascolto fino ai giorni che porteranno alla fine della primavera, giorni in cui di pomeriggio piove sempre e ci si brucia la pelle lo stesso. La prima canzone che ho deciso di ascoltare è il duetto con Maria Antonietta, Io e te certamente, un brano da Arts & Crafts all’italiana, mentre immaginiamo Kevin Drew e Feist che si bagnano solo la punta dei piedi nel mare Adriatico, che fa un po’ da legante falsamente calmo del disco.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Il duetto è accompagnato da una scrittura felice e accentata al punto giusto, con una ritmica leggermente dissonante ma non artificiosa, che fa: “Così saremo felici nei nostri vestiti / senza vestiti / in quegli degli altri / nei nostri pensieri / nelle nostre parti sbagliate / io e te certamente / illusi di sempre”. Questo vale per tutta la composizione di Colombre.

Giovanni Imparato, che deve il suo nome a un mostro marino immaginato da Dino Buzzati, rievoca le mutevolezze delle correnti sotterranee in quel piccolo gioiello intitolato Qualche specie di amore, in cui “La verità o ti guarisce o non ne vale la pena”, una fiaba semplice ma allo stesso intensa e a suo modo guascona che si concede perfino una coda orchestrale epic pop per dimostrare che la gamma d’invenzioni di Colombre è ampia, come questa primavera confusa che sta, forse, per finire. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati