◆ Le foreste dell’Africa hanno cominciato a emettere più anidride carbonica di quanta ne assorbano, afferma uno studio pubblicato su Scientific Reports. Fino a questo momento gli alberi e gli arbusti del continente erano considerati uno dei principali pozzi di carbonio del pianeta, soprattutto grazie alla foresta pluviale del bacino del Congo, la seconda più grande del mondo, capace di assorbire 600 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Ma il suo contributo si sta riducendo rapidamente a causa della deforestazione, che negli ultimi anni è accelerata per via dell’espansione dell’agricoltura, dell’estrazione mineraria e del prelievo di legname. Basandosi sui rilevamenti satellitari del colore delle chiome degli alberi e del loro contenuto di umidità, gli autori dello studio hanno calcolato che mentre dal 2007 al 2010 la biomassa delle foreste africane era aumentata, dal 2011 al 2017 si è ridotta in media di 106 milioni di tonnellate all’anno, soprattutto a causa della deforestazione nel bacino del Congo. In termini di emissioni, questo si traduce in un saldo negativo di quasi duecento milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Anche in Amazzonia, in Europa e in altre regioni del pianeta le foreste si stanno trasformando da pozzi a fonti nette di carbonio, a causa della deforestazione e dell’aumento degli incendi e delle siccità. Senza il loro contributo, per contrastare il cambiamento climatico sarà necessario ridurre ancora più rapidamente le emissioni dovute alle attività umane.
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati