◆ Il Jabal Arkanu si trova nel sudest della Libia, vicino al confine con l’Egitto, in una regione dove diverse alture rocciose emergono dalle sabbie del Sahara.
Si pensa che sia stato formato dall’affioramento del magma e dalla sua intrusione nelle rocce vicine alla superficie. Questo processo, avvenuto a più riprese, ha prodotto una serie di anelli sovrapposti di basalto igneo e granito, affiancata a nord da un’altra formazione che ricorda un cappello, composta da strati di arenaria, calcare e quarzo.
In questa foto, scattata da un astronauta a bordo della stazione spaziale internazionale, il massiccio proietta lunghe ombre sul deserto. Le sue creste arrivano a 1.400 metri sul livello del mare e si ergono 800 metri al di sopra della pianura circostante. Diversi conoidi di deiezione composti da massi, ghiaia e sabbia, prodotti dall’erosione, si dipartono dalla sua base verso le vicine dune longitudinali.
Due wadi, letti asciutti di torrenti, attraversano la struttura, ma in questa regione del Sahara l’acqua è molto scarsa. Secondo uno studio del 2014, il sudest della Libia, le regioni confinanti dell’Egitto e il nord del Sudan ricevono in media da uno a cinque millimetri di pioggia all’anno. Intorno al Jabal Arkanu e ai massicci vicini cadono invece tra cinque e dieci millimetri all’anno, suggerendo che le montagne producano un leggero effetto orografico. Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati