Il 2 dicembre il governo conservatore del premier bulgaro Rosen Željazkov ha ritirato la finanziaria per il 2026 dopo le proteste che il giorno prima avevano portato in piazza a Sofia decine di migliaia di persone. L’insofferenza della popolazione – che arriva dopo anni d’instabilità politica – è alimentata dalla corruzione e dalle pratiche antidemocratiche del governo. “La protesta contro la finanziaria ha mobilitato molte persone, lasciando tutti a bocca aperta: sia l’esecutivo, che si aspettava l’ennesimo innocuo corteo; sia l’opposizione, convinta di dover manifestare solo contro la legge di bilancio”, scrive il settimanale Sega. “Ma è chiaro che in gioco c’è molto di più. Ora l’opposizione ha un compito difficile: capire cosa vogliono i cittadini e trasformare le loro domande in obiettivi politici raggiungibili”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati