L’autrice francese, nata a Lione nel 1987, scrive in inglese da una quindicina d’anni, da quando si è trasferita negli Stati Uniti, e si traduce da sola. Materiale sensibile ha come oggetto la stand-up comedy, quel genere comico che consiste nel salire da soli su un palco, senza scenografia né accessori, armati solo di ciò che può o non può costituire la materia di una battuta. Si parla molto di tutte quelle battute che bisogna buttare via prima di trovarne una degna di essere conservata. Questo quarto romanzo di Camille Bordas è ambientato in un campus universitario e segue un gruppo di comici in erba o già affermati, soffermandosi a turno su ciascuno di loro nel corso di una giornata: in sala professori, a lezione e poi nel club che la sera ospita la sfida tra gli studenti del master e quelli di una scuola di improvvisazione. Un’insegnante spiega che si tratta di forme di umorismo opposte, una delle quali richiede di essere “in disaccordo permanente con tutti, incluso con se stessi”, mentre l’altra impone di “seguire il flusso”. Attraverso questi personaggi, che hanno la vocazione di trasformare il più rapidamente possibile ogni evento vissuto in materia comica, Bordas osserva come ciascuno gestisca i propri dolori e le proprie ferite, e come conviva con le proprie vergogne. La forma corale di questo romanzo profondo e allo stesso tempo molto divertente le permette anche di riflettere, con raffinatezza, su quali temi sia o non sia possibile scherzare.
Raphaëlle Leyris, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati