Cultura Libri
Wonderfuck
240 pagine, 18 euro

La scrittrice tedesca Katharina Volckmer torna dopo il successo di Un cazzo ebreo (La nave di Teseo 2021) con un nuovo psichedelico romanzo ambientato in un call center di Londra. Il protagonista si chiama Jimmie ed è una figura dall’identità di genere oscillante, con il suo nome androgino, i suoi abiti unisex e il suo rossetto. Jimmie lavora di notte in un call center. Risponde ai clienti scontenti di un’agenzia di viaggi che chiamano per lamentarsi che la piscina è troppo affollata per scattare dei buoni selfie, che c’è un capello sul cuscino o che una coppia sta facendo l’amore sul balcone di fronte. Jimmie ha un modo di lavorare particolare: a volte risponde, fa molte pause per chiacchierare con il collega svedese, per rifarsi il trucco con quello di Barcellona o per osservare Wolf, il suo vicino tedesco (ognuno dei dipendenti è lì perché è bilingue e può rispondere agli utenti del servizio nella loro lingua). I pensieri di Jimmie vagano, aggrappati alla madre siciliana eternamente vedova, al suo precedente lavoro in un’agenzia di pompe funebri, alla sua condizione di single, al suo corpo obeso, a Simon, il suo capo che gli ha appena chiesto di uscire quella sera: ha qualcosa di importante da dirgli. “Esilarante e malinconico”, così viene definito il libro nella quarta di copertina ed è come se queste due qualità si fossero intrecciate in una scrittura densa, immediatamente gradevole e ripugnante allo stesso tempo, un linguaggio letteralmente ossessionato dal corpo.
Radio France

I bambini di Himmler
256 pagine, 18,50 euro

Il progetto Lebensborn consisteva in una serie di asili nido e nursery voluti dai nazisti per crescere bambini di “razza pura”. La scrittrice Caroline De Mulder ne parla come se immergesse la penna direttamente nel ventre del diavolo. La struttura di Himmler si trova in Baviera, siamo nel 1944 ed è il primo reparto di maternità nazista (ce n’erano altri, anche in Francia, destinati a far crescere bambini “perfetti”). De Mulder racconta le storie di Renée, Helga e Marek, che si alternano nei vari capitoli. Quando ci viene presentata, Renée ha i capelli rasati, ha vent’anni e non parla tedesco. La giovane donna aspetta un figlio da un soldato tedesco, Artur Feuerbach. Incontriamo anche Marek, fuggito da Dachau. Ha trovato rifugio nei pressi del centro, dove si nasconde e può rubare le bucce delle verdure. Poi c’è Helga, la caposala, devota e obbediente, quella che tiene nota di tutto. Con Renée è indiscutibilmente il personaggio più forte: Helga ama i neonati, ma non le loro madri. L’orrore può rivelarsi anche nei luoghi più belli e Heim Hochland è “una cartolina da sogno”, come dice l’ex collega di Helga. “Il posto non somiglia a una caserma, né tanto meno a un ospedale. Sembra piuttosto una pensione per vacanze molto ben gestita”. Ma cosa succede ai bambini che non soddisfano i criteri? Molto rapidamente apprendiamo che un neonato muore all’improvviso, apparentemente vittima di un’infezione polmonare.
Mohammed Aïssaoui, Le Figaro

56 giorni
372 pagine, 19,00 euro

Tutto comincia con una conversazione casuale sul Kennedy space center in un bar di Dublino. L’esperto di tecnologia architettonica Oliver Kennedy non ha mai visitato il posto, mentre la concierge dei servizi web Ciara Wyse ritiene che dovrebbe farlo. Prendono un caffè e vanno in un parco lì vicino, chiacchierano, lui la invita a vedere un documentario sul programma spaziale. Tutto normale, ma poi arriva la notizia del primo contagio da covid-19 in Irlanda, seguita dalla prima ondata di restrizioni, e la coppia deve prendere una decisione importante. Dopo una notte nel piccolo appartamento di Ciara, Oliver si offre di condividere l’alloggio relativamente lussuoso che il suo datore di lavoro gli ha messo a disposizione come parte del suo pacchetto retributivo. Entrambi si riforniscono di tutto il necessario e si preparano a rintanarsi finché la tempesta non sarà passata. Ma Howard, in una serie di rapidi tuffi nel passato e nel futuro tipici dei suoi thriller, ha già suggerito il finale della loro relazione: l’arrivo degli investigatori chiamati da un vicino che sentiva una puzza insopportabile venire dall’appartamento. Si scopre che Oliver nascondeva un segreto orribile e dietro il suo inganno ci sono ancora molti lati oscuri da svelare. Ogni nuovo colpo di scena, costruito con precisione chirurgica, tiene incollati alla pagina, nostalgici dei giorni in cui il covid-19 era la minaccia peggiore.
Kirkus Reviews

Rose Royal
128 pagine, 14,00 euro

Dietro ai numeri agghiaccianti dei femminicidi troviamo donne in carne e ossa, donne che amano o semplicemente sentono il desiderio di amare, donne sottomesse che vengono condannate a morte da una parola, un gesto, uno sguardo. Lo capiamo bene in Rose Royal, il nuovo romanzo del premio Goncourt Nicolas Mathieu. Vediamo il processo cominciare davanti ai nostri occhi e siamo ancora più inorriditi perché sappiamo come andrà a finire. Rose ha più di cinquant’anni ed è stanca. È stata sposata, ha due figli che la chiamano due volte l’anno e lavora come segretaria in uno studio contabile. Ha, per così dire, rinunciato all’amore; sesso, sì, a volte ci si abbandona per caso grazie a un sito d’incontri. Ma gli uomini ormai non la sorprendono più, l’hanno fatta soffrire troppo. Si è perfino comprata una pistola calibro 38 che conserva con cura nella borsa. Giusto in caso. Rose Royal, in un centinaio di pagine, racconta senza filtri la tragedia dei femminicidi.
Alexandra Schwartzbrod, Libération

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1604 - 7 marzo 2025
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