La lotta dura degli autori televisivi e degli sceneggiatori statunitensi può confidare su una nuova tecnica di sabotaggio: lo spoiler. Scesi in piazza contro i pochi e potentissimi editori per l’adeguamento di salari sempre più bassi, i lavoratori hanno minacciato: “O ascoltate le nostre ragioni oppure spifferiamo i finali delle prossime serie”. La tattica messa in atto dalla Writers guild of America (Wga) potrebbe essere ottima per frenare la deriva di salari crollati del 23 per cento in dieci anni, a fronte di budget ed entrate pubblicitarie molto alte. Ad aggravare la situazione è l’uso frequente e subdolo dell’intelligenza artificiale in radio e nelle piattaforme di streaming. La Wga non si è limitata a denunciarne i rischi connessi, ma ha avanzato la proposta di regolamentare la natura e la destinazione del materiale prodotto artificialmente. Il sindacato chiede che gli autori controllino la tecnologia invece di subirla, evitando di lasciarla in mano ad aziende che hanno già dato ampia dimostrazione di una drammatica indifferenza nei confronti di chi scrive per la tv. Altro nodo è distinguere il materiale umano da quello pensato dai chatbot per quanto riguarda il diritto d’autore, che spesso bilancia un esiguo reddito annuo. L’assenza di regole precise ridurrebbe molti lavoratori di serie e programmi a semplici adattatori di testi automatici senza alcun diritto. Un finale così palpabile che non ha bisogno di spoiler. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati