Eddie è un uomo senza fissa dimora che ogni tanto si ferma a dormire a Union Point, un parco abbandonato lungo l’estuario di Oakland, sulla baia di San Francisco, in California. Un giorno trova una tenda abbandonata e decide di farla diventare la sua postazione fissa in cui tornare ogni sera. Vive per un po’ di tempo nel parco da solo, lottando con i procioni che vengono a rubargli il cibo. Poi lo raggiungono alcuni amici, attirati dall’idea di condividere uno spazio comune in cui vivere in pace. Oggi a Union Point c’è una vera e propria comunità di persone senza casa, che vivono di mutuo soccorso: ci sono insediamenti come quello di Deanna, fatto di sei tende con una vasca da bagno, in cui viene versata l’acqua bollita sul fuoco, una tenda come cabina armadio e una dispensa in cui chiunque può portare cose da mangiare o prenderle in caso di necessità. La gestione delle persone senza casa costa al comune di Oakland più di 120 milioni di dollari all’anno, la maggior parte dei quali usati per sgomberare gli accampamenti. L’idea di Eddie, invece, è quella di poter gestire Union Point in autonomia, con un permesso da parte del comune. È una proposta virtuosa, che darebbe una sicurezza maggiore alle persone senza dimora e farebbe anche risparmiare soldi alla città. Ma dal punto di vista politico, accettare la sua proposta è troppo rischioso.

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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati