I metalli in fondo al mare

Il governo norvegese ha deciso di varare un piano per estrarre minerali dai fondali marini al largo delle sue coste, scrive il Financial Times. L’area individuata ha una superficie grande quasi quanto quella della Germania, e Oslo spera di ricavarne rame e altri metalli, soprattutto terre rare, indispensabili alla transizione energetica. Nelle prossime settimane il ministero dell’energia dovrebbe presentare un provvedimento che sarà sottoposto al voto del parlamento il prossimo autunno, ma troverà la dura opposizione delle aziende ittiche e degli ambientalisti, oltre a provocare dispute con altri paesi, come la Russia, il Regno Unito e l’Unione europea.

Fusione completata

Il 12 giugno la banca Ubs ha completato ufficialmente l’acquisizione della rivale storica Credit Suisse, scrive la Neue Zürcher Zeitung. La fusione è stata decisa a marzo grazie all’intervento delle autorità elvetiche, dopo che il Credit Suisse, indebolito da anni di scandali e dalla fuga dei clienti, era ormai arrivato sull’orlo del fallimento.

Cambio di rotta

Foto di Emin Sansar, Anadolu Agency/Getty

La banca centrale turca sarà guidata per la prima volta da una donna, Hafize Gaye Erkan ( nella foto ), che prende il posto di Şahap Kavcıoğlu. Il suo predecessore era solo l’ultimo dei banchieri centrali nominati per eseguire gli ordini del presidente Recep Tayyip Erdoğan, scrive Die Tageszeitung. Ora molti sperano che ci sia un cambio di rotta. “Con Erkan arriva ai vertici della banca centrale una donna nata in Turchia che però ha studiato e si è affermata negli Stati Uniti, dove ha lavorato per varie banche, tra cui la Goldman Sachs”. Secondo gli osservatori, Erkan è stata nominata su suggerimento del nuovo ministro delle finanze Mehmet Şimşek, anche lui ex banchiere negli Stati Uniti. I due hanno davanti una sfida molto difficile: risollevare l’economia nazionale, alle prese con l’inflazione e la svalutazione a causa delle politiche economiche di Erdoğan.

Segnali di stagnazione

Dopo la fine delle restrizioni per il covid-19, molti si aspettavano che l’economia cinese registrasse un forte rimbalzo. All’inizio la previsione sembrava esatta: nel primo trimestre del 2023 il pil nazionale ha subito registrato una crescita del 4,5 per cento, poco al di sotto dell’obiettivo del 5 per cento fissato dalle autorità di Pechino. “Ma una serie di dati negativi relativi ad aprile, tra cui il calo della produzione manifatturiera e le vendite al dettaglio inferiori alle previsioni, indica che la ripresa resta lontana”, scrive Caixin Global. Sia il governo sia le autorità monetarie hanno iniettato nell’economia una grande quantità di denaro per stimolare la produzione e i consumi, sottolinea il mensile cinese, ma il problema è che tutta questa liquidità probabilmente non è andata nella direzione giusta. Secondo gli analisti, il denaro non arriva nell’economia reale ma circola principalmente nel sistema finanziario. Il timore è che sia le aziende sia i comuni risparmiatori pensino che in questo momento sia troppo rischioso investire. ◆

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1516 - 16 giugno 2023
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