Africa e Medio Oriente

In sciopero della fame

Il 19 febbraio in Tunisia Rachid Ghannouchi, 82 anni, leader del partito d’ispirazione islamista Ennahda, ha cominciato uno sciopero della fame in solidarietà con altri sei politici in carcere che la settimana prima avevano adottato questa forma di protesta per denunciare i metodi autoritari del presidente Kais Saied. Nel febbraio 2023 è partita una serie di arresti di esponenti dell’opposizione, accusati di aver complottato contro la sicurezza dello stato. Decine di prigionieri politici sono ancora in cella, scrive Inkyfada, ma sono determinati a proseguire la loro lotta.

Egitto Il 20 febbraio si è aperto a Roma, in assenza degli imputati, un nuovo processo ai quattro funzionari dei servizi di sicurezza egiziani accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore italiano Giulio Regeni al Cairo nel 2016.

Guinea La giunta militare guidata dal colonnello Mamady Doumbouya il 19 febbraio ha sciolto il governo di transizione annunciando che ne nominerà uno nuovo. I militari, responsabili del golpe del settembre 2021, hanno promesso di cedere il potere a un esecutivo formato da civili alla fine del 2024.

rdc

Sfida al Ruanda e all’occidente

Nella provincia dell’Ituri, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), il 18 febbraio la milizia Codeco (Cooperativa per lo sviluppo del Congo) ha causato almeno dodici morti nell’attacco a una miniera d’oro, rompendo la relativa calma che regnava nell’area da mesi, scrive Africa­news. Il giorno dopo a Goma, nella provincia del Nord Kivu, sono scoppiate delle proteste contro il Ruanda, accusato di finanziare i miliziani del movimento M23. I manifestanti hanno anche bruciato le bandiere di paesi occidentali.

Commerci brutali

Città del Capo, 20 febbraio (Nardus Engelbrecht, Ap/Lapresse)

Il 19 febbraio Città del Capo, in Sudafrica, è stata investita da un odore insopportabile proveniente da una nave (nella foto) arrivata la sera prima. Le autorità sanitarie hanno appurato che si trattava della Al Kuwait, partita dal Brasile e diretta in Iraq, con a bordo diciannovemila capi di bestiame trasportati in condizioni inaccettabili. In città si è riunito un picchetto di protesta contro le esportazioni di animali vivi, scrive il Daily Maverick. Intanto l’Unione africana ha fatto un passo avanti nella protezione degli animali vietando il commercio di pelli d’asino, molto richieste in Cina per preparare un rimedio tradizionale. Secondo un’organizzazione animalista, per questo commercio si abbattono ogni anno sei milioni di asini in tutto il mondo.

Prima del Ramadan

Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, 15 febbraio 2024 (Abed Zagout, Anadolu/Getty)

◆Il 18 febbraio 2024 Israele ha annunciato che il suo esercito lancerà un’operazione di terra a Rafah se gli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza non saranno rilasciati entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo. Il ministro Benny Gantz, che fa parte del gabinetto di guerra del premier Benjamin Netanyahu, ha chiarito che sarà favorito il trasferimento dei civili in modo da “minimizzare per quanto possibile il numero delle vittime”. Ma non è stato detto dove dovrebbero rifugiarsi.

◆Netanyahu ha incontrato il 18 febbraio i ministri del suo governo e gli alti funzionari dell’apparato di sicurezza per consultazioni in vista del Ramadan. Una fonte presente all’incontro ha detto ad Haaretz che è stata discussa la proposta del ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, di estrema destra, per limitare l’ingresso alla moschea Al Aqsa ai palestinesi durante il mese sacro.

◆La Corte internazionale di giustizia (Cig) ha cominciato il 19 febbraio le udienze nel caso che riguarda la legalità dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi dal 1967. Sono chiamati a testimoniare 52 paesi, un numero senza precedenti. Le udienze si concluderanno il 26 febbraio e il parere della corte è atteso tra mesi. Il caso è separato dal ricorso presentato alla Cig dal Sudafrica contro Israele per genocidio nella Striscia di Gaza.

◆Il 20 febbraio gli Stati Uniti hanno messo il veto alla risoluzione proposta dall’Algeria presentata al Consiglio di sicurezza dell’Onu per chiedere un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza. È il terzo veto statunitense dall’inizio dell’offensiva militare israeliana nel territorio palestinese. Washington ha presentato al Consiglio di sicurezza una proposta alternativa, che chiede un cessate il fuoco temporaneo “non appena fattibile” e si oppone a un’offensiva di terra israeliana su Rafah. Non è chiaro se e quando sarà votata.

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1551 - 23 febbraio 2024
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