Dai coltellini agli smartphone, inventiamo strumenti sempre più sofisticati. Ma l’idea che l’impiego di utensili sia una prerogativa esclusivamente umana è stata smentita già negli anni sessanta, quando la primatologa Jane Goodall osservò gli scimpanzé, i nostri parenti viventi più prossimi, estrarre le termiti dai loro nidi con dei rametti.

La capacità degli animali di usare utensili è da sempre al centro di un acceso dibattito. Molti studiosi sono convinti che per capire le caratteristiche degli oggetti, saperli maneggiare e trasmettere il proprio sapere serva un cervello grande. Fino a poco tempo fa esseri umani e scimpanzé si distinguevano dalle altre specie che ricorrono a strumenti. Si pensava che fossero gli unici a disporre di una sorta di “cassetta degli attrezzi” e a portarsela in giro prevedendo di averne bisogno.

Nel 2021 questo club esclusivo si è allargato. Alcuni ricercatori hanno scoperto che il cacatua delle Tanimbar (Cacatua goffiniana), che vive in Indonesia, usa tre tipi diversi di utensili per estrarre i semi dalla frutta. Ora, in uno studio appena pubblicato su Current Biology, gli scienziati hanno dimostrato che il cacatua è anche in grado di portare con sé gli strumenti per un uso futuro.

Rametti e baccelli

I pappagalli rappresentano un enigma. Pur essendo molto intelligenti, raramente sono stati osservati in natura mentre ricorrono a un utensile. L’unica specie nota che li usa in modo regolare è il cacatua delle palme (Probosciger aterrimus), che vive nel nord dell’Australia. Durante la stagione dell’accoppiamento i maschi usano rametti e baccelli, che tengono nella zampa sinistra, per battere ritmicamente su un tronco cavo, in un’esibizione degna della musica strumentale umana. Lo studio del 2021 sul cacatua delle Tanimbar è particolarmente significativo perché considera utensili che hanno una complessità simile a quelli degli scimpanzé, e questo rende possibile un confronto delle rispettive capacità cognitive. I cacatua delle Tanimbar sono stati osservati mentre creano utensili per tre scopi diversi (infilzare, tagliare e raccogliere), da impiegare in sequenza per estrarre i semi. Per queste azioni bisogna avere un cervello simile a quello degli scimpanzé, che catturano le termiti usando vari utensili.

Riguardo agli scimpanzé, una delle difficoltà principali era capire se per loro un insieme di piccoli compiti costituiva un unico problema o se usavano singoli strumenti per risolvere problemi diversi. I ricercatori hanno risolto il mistero vedendo che si portavano dietro gli utensili e che li alternavano in base ai problemi da affrontare. Evidentemente avevano previsto tutto!

Ed è esattamente ciò che ha dimostrato di saper fare, anche se in laboratorio, il cacatua delle Tanimbar, diventando così la terza specie capace non solo di ricorrere a utensili, ma di portarseli in giro in previsione di impieghi successivi.

Ispirandosi alle capacità degli scimpanzé in natura, gli autori dello studio hanno ideato una serie di test per mettere alla prova i cacatua. Dieci esemplari dovevano estrarre degli anacardi da scatole usando uno o due tipi di utensili. L’esperimento ha permesso di valutare l’adattabilità e l’inventiva degli uccelli, soprattutto quando per trasportare gli utensili fino alla scatola dovevano salire una scala o volare in orizzontale o in verticale. Cinque cacatua hanno superato la prova. Quattro di loro hanno trasportato i due strumenti contemporaneamente, prevedendo che ne avrebbero avuto bisogno per aprire la scatola. Evidentemente li consideravano parte di un’unica cassetta degli attrezzi.

Per svolgere compiti complessi serve davvero un cervello grande? Come i primati, anche alcune specie di uccelli hanno un prosencefalo più grande che li dota di competenze cognitive come intuito, inventiva, comprensione dello stato mentale altrui, comunicazione per simboli, memoria episodica e pianificazione.

I pappagalli sono particolarmente dotati e quindi non stupisce che sappiano usare gli utensili con la stessa naturalezza degli scimpanzé. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1499 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati