Quando pensiamo alla criminalità organizzata, di solito immaginiamo Tony Soprano e la sua attività di “gestione dei rifiuti”, le vecchie famiglie mafiose di New York e Chicago o i cartelli della droga di oggi. Ma per gli abitanti dell’Ontario, la provincia più popolosa del Canada, la criminalità organizzata ha assunto un aspetto molto diverso: i carri attrezzi. Nell’area metropolitana di Toronto le organizzazioni criminali sono interessate al settore della rimozione dei veicoli almeno dall’inizio degli anni duemila. Le conseguenze sono state rimozioni illegittime, bombe incendiarie e perfino omicidi.

Per capire come i gruppi criminali abbiano preso il controllo del settore dobbiamo fare un passo indietro e considerare quella che secondo molte organizzazioni è una parte fondamentale del problema: il metodo con cui la polizia canadese chiama un carro attrezzi sulla scena di un incidente, e la mancanza di regolamentazione per questa procedura.

Quando c’è un incidente che rende necessaria la rimozione di un veicolo, di solito il dipartimento di polizia di competenza segue un metodo specifico per contattare un’azienda che si occuperà di rimuovere i mezzi coinvolti. Spesso gli agenti consultano una lista di ditte approvate dal dipartimento e contattate a rotazione. Ma non tutti i dipartimenti seguono questa procedura, perché di solito l’obiettivo è liberare la strada il prima possibile, in modo da ripristinare la normale viabilità. Per questo alcuni dipartimenti – come quello della polizia provinciale dell’Ontario (Opp) – si affidano ai cosiddetti “cacciatori”, autisti di carri attrezzi che fanno a gara tra loro per arrivare per primi sulla scena di un incidente e ottenere l’incarico.

Sistema perfetto

I cacciatori non sono una novità nel settore della rimozione, né in Canada né negli Stati Uniti. Per molte aziende che offrono servizi di rimozione essere le “prime disponibili” è uno dei modi principali di condurre gli affari. I carri attrezzi sorvegliano costantemente le aree delle grandi città in cui si verificano più spesso gli incidenti e aspettano che la polizia richieda l’assistenza del primo mezzo disponibile. Nel corso degli anni questa pratica è degenerata al punto che le ditte di rimozione e gli autisti si sintonizzano sulle frequenze della polizia e ascoltano i rapporti sul traffico in cerca del minimo indizio di un incidente, per poi correre – dare la caccia all’incidente – e arrivare per prime sulla scena. Spesso i carri attrezzi raggiungono il luogo prima della polizia, e quando gli agenti arrivano il veicolo coinvolto nell’incidente è stato portato via.

“Vogliamo che le persone si allontanino il prima possibile dall’autostrada”, diceva nel 2011 in un’intervista la vicecommissaria dell’Opp Rose DiMarco per giustificare il ricorso metodico al primo disponibile: “Se c’è una macchina ferma in una corsia di marcia è un problema, quindi abbiamo bisogno di un carro attrezzi che arrivi in fretta”. In seguito, però, la polizia provinciale ha scoperto che questo meccanismo è stato tra le cause dell’escalation della guerra dei carri attrezzi, esplosa negli ultimi anni. Ma il conflitto è cominciato prima dell’introduzione di questo metodo, quindi eliminarlo non basterà a risolvere il problema.

Le prime notizie sulla rivalità tra le aziende di rimozione risalgono a vent’anni fa. Oggi gli operatori del settore descrivono l’area metropolitana di Toronto come “la più pericolosa di tutto il Canada”. Le risse sul ciglio della strada hanno causato scontri a fuoco e perfino omicidi. Più di cinquanta casi di incendio doloso sono stati collegati al settore della rimozione, con molti carri attrezzi dati alle fiamme nel corso degli anni. Alcune aziende hanno perfino cominciato a provocare intenzionalmente incidenti sulle autostrade e nei parcheggi per ottenere gli incarichi.

Molti puntano il dito contro la mancanza di regolamentazione. Di recente la politica ha provato a intervenire, ma le norme introdotte non hanno risolto il problema di cosa succede dopo che un veicolo è stato rimosso.

L’attività di rimozione può essere molto redditizia sia per l’autista del carro attrezzi sia per l’azienda titolare, soprattutto perché spostare materialmente un veicolo produce solo una parte del guadagno. Alcune città come Toronto hanno fissato un limite al costo del servizio per la maggior parte delle auto (279,68 dollari canadesi, 207 euro), ma i guadagnai non finiscono qui. Ci sono i soldi per il deposito, per i chilometri percorsi e per altri servizi. Quando il proprietario di un veicolo rimosso cerca di recuperarlo, spesso è ostacolato e riceve informazioni sbagliate su dove si trova, con l’obiettivo deliberato di far aumentare i costi per il deposito. In questo modo il conto finale può raggiungere migliaia di dollari. L’Ontario ha approvato una legge per rendere più trasparenti le fatture delle aziende di rimozione e aiutare i consumatori a pagare un prezzo accettabile. Oggi la legge prevede che le aziende mostrino le tariffe e comunichino al cliente dove sarà trasportato il suo veicolo. Inoltre devono dichiarare se sono economicamente incentivate a trasportare la macchina in una precisa officina.

Quello dei rapporti tra gli addetti alla rimozione e le autofficine è un aspetto cruciale. Le forze dell’ordine hanno scoperto che in questa fase del processo le ditte di trasporto guadagnano somme significative grazie alle “commissioni” pagate dalle autofficine. I proprietari delle auto rimosse, una volta arrivati in officina, si sono sentiti dire che non potevano scegliere dove farle riparare e che in ogni caso non potevano recuperarla senza prima pagare una cifra spropositata per il deposito. Il giornalista Peter Edwards ha scoperto che in alcuni casi gli autisti dei carri attrezzi guadagnano tra i quattrocento e i cinquecento dollari in tangenti a chiamata. Secondo alcune stime, un autista può incassare fino a duemila dollari al giorno solo dalle tangenti. A versare queste somme sono soprattutto le autofficine, ma nel sistema sono coinvolti anche i centri di fisioterapia, gli studi legali e gli autonoleggi. Perché le officine pagano le aziende di rimozione? Secondo assicuratori e avvocati, fa tutto parte di una frode molto diffusa. Dopo la rimozione, le autofficine presentano un conto gonfiato alle assicurazioni, incassando grosse cifre per servizi che in realtà non hanno fornito. Lo stesso vale per i centri di fisioterapia, che esagerano la gravità degli infortuni delle persone ferite negli incidenti, e per gli autonoleggi, che addebitano somme esagerate in seguito rimborsate dalle assicurazioni. In prima linea in questo sistema ci sono le aziende di rimozione dei veicoli, che indicano ai loro clienti a quale officina, clinica o autonoleggio rivolgersi.

Uno dei poliziotti era proprietario di due carri attrezzi e di un autonoleggio

Radio rubate

In alcune città dell’Ontario il numero di aziende di rimozione veicoli è triplicato tra il 2015 e il 2020, provocando un ulteriore aumento degli attriti in un mercato sempre più affollato, al punto tale che per gli automobilisti è diventato normale avvistare “sciami” di carri attrezzi in corsa verso il luogo di un incidente. A volte la competizione tra gli autisti è degenerata in risse sul ciglio della strada per stabilire chi avesse il diritto a un incarico. “Abbiamo registrato intimidazioni contro le aziende più piccole o a conduzione familiare, proprietarie di garage o di carri attrezzi”, dice Denis Gallant, ex ispettore generale di Montréal. “Le minacce spingono i titolari a non partecipare agli appalti pubblici. Sono picchiati o ricevono messaggi come ‘non dovete lavorare in questa parte della città’, ‘state alla larga da quell’appalto’, ‘la prossima volta vi ammazziamo’”.

In alcuni casi anche la polizia è coinvolta nel sistema criminale. I primi sospetti sulle forze dell’ordine risalgono al 2007, quando quattro agenti furono sanzionati per la cattiva gestione di incidenti stradali e accusati di aver affidato la rimozione ad aziende che non erano nelle liste approvate dal dipartimento. A luglio del 2020 cinque agenti sono stati sospesi dopo un’indagine sulla battaglia tra i carri attrezzi. Un agente è stato accusato di aver rubato e clonato almeno una delle tre radio della polizia scomparse tra il febbraio del 2018 e il dicembre del 2019. Le radio sono state consegnate ad alcuni autisti di carri attrezzi, che pretendevano un pagamento mensile dai colleghi per condividere le informazioni ottenute in tempo reale dalle frequenze della polizia, aumentando in questo modo le possibilità di arrivare per primi sul luogo di un incidente. In seguito si è scoperto che uno dei tre agenti era proprietario di due carri attrezzi e anche di un autonoleggio. Alla fine le compagnie assicurative, esasperate dalle fatture gonfiate dalle autofficine, dagli autonoleggi e dalle cliniche, si sono rivolte agli avvocati. In diversi casi le aziende di rimozione sono state portate in tribunale per contenziosi legati alle tariffe per il deposito.

Fuga dal paese

Una compagnia assicurativa canadese si è rivolta allo studio legale di Lisa Carr per una denuncia contro un’officina e un’azienda di rimozione. Carr è stata incaricata di contestare le tariffe eccessive per il deposito imposte alla compagnia assicurativa, e con il tempo il suo studio legale si è occupato di un numero sempre maggiore di denunce contro le autofficine. L’avvocata sostiene che alcune causavano intenzionalmente ulteriori danni ai veicoli (senza che i proprietari ne fossero a conoscenza), presentavano fatture false alle compagnie per giustificare l’aumento dei prezzi, cambiavano i numeri di telaio e gonfiavano i costi di deposito quando i veicoli erano impossibili da riparare.

Queste accuse sono state confermate dopo che gli inquirenti hanno visto i dati sugli incidenti registrati dalle scatole nere dei veicoli. Carr si è ritrovata sempre più coinvolta nei processi contro le autofficine accusate di attività illegali, finendo nel mirino dei boss del settore. Il suo ufficio è stato colpito da una serie di attentati con bombe incendiarie. Dopo la prima, che non ha causato particolari danni, Carr ha installato un sistema di videosorveglianza, che a gennaio del 2019 ha registrato un nuovo tentativo di dare fuoco all’ufficio. Nemmeno il secondo attentato ha convinto Carr a occuparsi di altro, ma ad agosto dello stesso anno uno dei suoi dipendenti è stato minacciato con un’arma da fuoco mentre si trovava in macchina per la pausa pranzo. Un uomo con una pistola gli ha intimato di “smettere di perseguitare il suo amico”, poi si è allontanato. Carr ha dichiarato di non essere in grado di stabilire chi fosse l’amico in questione. Una settimana dopo la stessa persona ha sparato contro l’ufficio, per fortuna senza colpire nessuno. Poco dopo l’attentato la polizia locale ha comunicato a Carr di aver sventato un piano per ucciderla, consigliandole di chiudere lo studio perché la sua incolumità e quella dei suoi collaboratori erano in pericolo. Carr ha accettato il consiglio e la polizia l’ha scortata fino al confine, per essere sicura che lasciasse il paese sana e salva.

All’inizio del 2020 la polizia dell’Ontario, il dipartimento di Toronto e le forze dell’ordine della regione di York hanno unito gli sforzi nella lotta contro il crimine organizzato nel settore della rimozione dei veicoli. In un’operazione ribattezzata Project platinum, le tre agenzie si sono concentrate non solo sull’attività dei carri attrezzi ma anche sulle frodi compiute dopo la rimozione dei veicoli. Oltre a una serie di irregolarità, le indagini hanno portato alla luce una catena di omicidi, aggressioni, incendi e danni alla proprietà. Sono state identificate quattro organizzazioni criminali coinvolte e arrestate almeno venti persone (comprese quelle sospettate per gli attentati contro lo studio legale di Carr), sequestrati undici carri attrezzi, 41 armi da fuoco, cinque chili di fentanyl, 1,5 chili di cocaina, 1,25 di metanfetamina, 1,5 chili di cannabis e cinquecentomila dollari.

Project platinum non è stata la prima operazione di polizia su larga scala a occuparsi del problema dei carri attrezzi a Toronto. Nel 2019 c’era stata Project kraken, che aveva portato all’arresto di sette autisti. Alcuni di loro erano stati accusati di aver usato i loro mezzi per commettere reati, dal traffico di droga alle rapine. Altri erano stati collegati alla guerra dei carri attrezzi per la conquista del territorio, un contesto in cui le tradizionali operazioni criminali si mischiano con attività più complesse.

“Le aziende erano di proprietà di persone vicine al crimine organizzato. In alcuni casi erano motociclisti. Nella provincia del Québec, per esempio, ci sono gli Hell’s Angels. Cercano di infiltrarsi nell’economia legale. Erano molto presenti nel settore delle rimozioni”, spiega Gallant. “È incredibile che a queste persone fossero assegnati appalti pubblici per i servizi di rimozione”.

Anche se le operazioni Projects platinum e Project kraken hanno liberato le strade da alcune attività criminali, le autorità di Toronto dovranno lavorare ancora molto prima di completare l’opera. Sia Carr sia un giudice incaricato di esaminare un’indagine condotta nell’ambito di Project platinum sostengono che il problema nasce soprattutto da quello che succede dopo la rimozione. Quindi i politici dovrebbero introdurre leggi per proteggere i consumatori dall’incidente alla riparazione, e non limitarsi al momento in cui i veicoli sono caricati sul carro attrezzi.

Nuove regole

Nel 2021 la polizia provinciale di Toronto ha introdotto alcuni cambiamenti nel modo in cui sono contattati i servizi di rimozione. Ogni azienda deve rispettare una serie di requisiti e non può essere chiamata più di una volta al giorno nello stesso turno e dallo stesso agente. Le nuove linee guida, inoltre, proibiscono di parcheggiare i carri attrezzi lungo alcune aree delle autostrade, nel tentativo di ostacolare la caccia agli incidenti.

Le nuove norme affrontano il problema di quali aziende possono essere contattate e della frequenza degli incarichi da parte della polizia, ma tutto questo potrebbe non bastare per proteggere i cittadini dai carri attrezzi che continuano a portare i veicoli incidentati nelle autofficine da cui incassano le tangenti. I consumatori potrebbero ritrovarsi davanti agli stessi problemi nel caso in cui fossero loro a chiamare un carro attrezzi o se restassero coinvolti in un incidente in un’area non protetta dalle nuove regole. Al momento non è chiaro se i politici abbiano davvero intenzione di affrontare alla radice il problema ormai evidente della presenza del crimine organizzato nel settore della rimozione di veicoli in Canada, né quale sarà il futuro di questi servizi nell’area metropolitana di Toronto.

In ogni caso, se vi capitasse di avere bisogno di un carro attrezzi nell’area di Toronto, non fidatevi di chi porterà via la vostra macchina. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1463 di Internazionale, a pagina 66. Compra questo numero | Abbonati