WeWork aveva una missione: reinventare la socialità, costruire un modo diverso di vivere il lavoro. In realtà si limitava ad affittare spazi per uffici e poi a subaffittarli ai freelance che ne cercano uno temporaneo. Il suo fondatore, Adam Neumann, predicatore scalzo di un futuro migliore, è stato cacciato per la disinvoltura nell’uso dei soldi dell’azienda e per le strategie pasticciate, prima che arrivasse la pandemia di covid-19 e cambiasse davvero il modo di lavorare.

WeWork era riuscita a quotarsi in borsa nell’ottobre 2021, dopo un primo tentativo fallito nel 2019, ma solo grazie alla fusione con una società già quotata e alla confusione della ripartenza postpandemica. Oggi gli uffici sono vuoti, molte persone lavorano da casa almeno qualche giorno alla settimana, e la parabola di WeWork è finita con la bancarotta. Lo stesso destino della Ftx, la piattaforma per le operazioni in criptovalute da cui il fondatore Sam Bankman-Fried – ora condannato per frode e altri reati – faceva sparire miliardi. Il capitalismo ha i suoi difetti, ma ogni tanto funziona. Le aziende che offrono servizi inutili e che sono gestite male presto o tardi finiscono spazzate via. E lasciano debiti non pagati e schiere di adulatori delusi, che pensavano di aver intravisto il genio, mentre si trattava solo di sregolatezza. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 125. Compra questo numero | Abbonati