Aung San Suu Kyi, la leader dell’opposizione birmana, ha chiesto alla comunità internazionale di monitorare lo svolgimento delle elezioni politiche dell’8 novembre in Birmania, le prime elezioni libere dopo la fine del regime militare nel 2011. L’appello è stato trasmesso grazie a un video sulla pagina Facebook della Lega nazionale per la democrazia (Nld). Suu Kyi ha sottolineato come il periodo di transizione dopo il voto sarà un momento delicato, “quasi più importante del libero svolgimento delle elezioni”.

I cittadini eleggeranno i rappresentanti del parlamento per un mandato di cinque anni. Successivamente ciascuna delle due camere nominerà un candidato presidenziale, e i militari ne sceglieranno un terzo. Il parlamento poi eleggerà uno dei tre candidati, che riceverà anche l’incarico di formare il governo. Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, non può essere eletta presidente perché glielo impedisce la costituzione, che vieta di diventare presidente a chiunque sia sposato con uno straniero o abbia figli con la cittadinanza straniera: Suu Kyi è stata sposata con un britannico da cui ha avuto due figli. L’esercito inoltre ha il diritto di veto su ogni modifica del testo costituzionale.

Il principale rivale della Nld sarà il Partito unitario per la solidarietà e lo sviluppo (Usdp), che ha vinto le elezioni politiche del 2010, probabilmente influenzate da brogli. Nel 1990 la Nld aveva ottenuto una vittoria schiacciante, ma la giunta militare non aveva accettato il risultato delle elezioni, continuando a esercitare il suo potere.

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