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Paolo Paterlini e Cesare De Giglio hanno studiato cinema e fotografia a Londra, dove lavorano. Nel corso del 2014 sono stati più volte in uno dei paesi più giovani e meno conosciuti dell’Europa dell’est, la Moldova, per realizzare un reportage su un territorio che per il suo ruolo di ponte tra Unione europea e Russia è fonte di profonde tensioni sociali.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica i moldavi sono alla ricerca di una difficile identità comune. Una grande maggioranza della popolazione parla romeno ma in Transnistria, che ha dichiarato un’indipendenza riconosciuta solo da Mosca, prevale il russo, in Gagauzia una lingua turcofona e in Taraclia ha maggior peso la comunità bulgara.

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