24 giugno 2020 15:46

Ed Koch, sindaco di New York negli anni settanta e ottanta, era solito rivolgersi ai newyorchesi chiedendo “come sto andando?”, ricevendo in risposta applausi o fischi. Bill de Blasio, sindaco della città dal 2014, non ha adottato la stessa abitudine del suo predecessore. Ma il 4 giugno, durante la recente cerimonia a Brooklyn in ricordo di George Floyd – il nero ucciso dalla polizia a Minneapolis il 25 maggio – De Blasio ha sentito forte e chiaro quello che molti newyorchesi pensano del suo incrollabile sostegno alla polizia locale. Molti dei presenti lo hanno fischiato e gli hanno voltato le spalle durante il suo breve discorso. Alcuni hanno intonato in coro “dimettiti”. Quelli che lo hanno contestato fanno parte della base elettorale che nel 2013 lo aveva fatto vincere.

La sua famiglia mista ha attirato elettori sia bianchi sia neri. Suo figlio Dante, che all’epoca aveva 15 anni e l’acconciatura afro, è stato la stella dei suoi spot elettorali. Citando Racconto di due città di Charles Dickens – un libro sulla rivoluzione francese – per descrivere il divario tra i ricchi e i poveri nella città, De Blasio aveva toccato una questione che il suo predecessore Mike Bloomberg aveva trascurato.

Il messaggio ha avuto molto successo. La sua promessa di riformare il dipartimento di polizia di New York mettendo fine alla politica dello stop-and-frisk (“fermo e perquisizione”), che prendeva di mira in maniera sproporzionata neri e ispanici, era stata accolta in modo molto favorevole. Ma sei anni dopo la vittoria di De Blasio le madri afroamericane hanno ancora paura per i loro figli e il divario tra le due New York non si è ridotto.

La copertina del New York Magazine.

Di recente, quando sono stati pubblicati online dei filmati che mostravano il comportamento aggressivo della polizia nei confronti di manifestanti pacifici, il sindaco ha difeso gli agenti. A quanto si poteva vedere, gli agenti avevano usato manganelli senza farsi nessuno scrupolo e hanno investito con un suv un gruppo di persone. De Blasio ha fatto poco per calmare le tensioni.

Un cambio di rotta importante per un politico che in passato si è emozionato parlando della possibilità che suo figlio nero finisse nelle mani della polizia. Due eventi potrebbero spiegare questa svolta. Nel 2014 Eric Garner, un uomo armato, è stato ucciso da un agente di polizia che l’ha soffocato prendendo per il collo, una presa teoricamente vietata. Quando un grand jury si era rifiutato d’incriminare l’agente, erano subito cominciate proteste di piazza. Alcune settimane dopo due agenti erano stati uccisi in un’imboscata per mano di un uomo con problemi mentali che cercava vendetta per la morte di Garner. Le forze dell’ordine si erano sentite sotto assedio. Molti agenti avevano voltato la schiena al sindaco durante il funerale di uno degli agenti uccisi. De Blasio era stato poi fischiato durante la cerimonia per la consegna dei diplomi di un’accademia di polizia. Dopo questi eventi il sindaco si è riavvicinato ai vertici della polizia della città. Per licenziare l’agente che aveva ucciso Garner ci sono voluti quasi cinque anni.

Cambio di rotta
Il suo sorprendente sostegno ai metodi aggressivi della polizia ha sorpreso i suoi collaboratori ed ex consiglieri. Più di mille di loro hanno firmato una lettera aperta in cui chiedono a De Blasio di riformare il dipartimento di polizia e di dirottare un miliardo di dollari del suo bilancio verso i servizi sociali. Centinaia di ex e attuali dipendenti hanno marciato partendo dal palazzo municipale di New York in segno di protesta contro la sua gestione dei disordini. Un consigliere comunale vuole organizzare un voto di sfiducia.

A volte il sindaco sembra avere la testa altrove. Nel 2015 ha cercato di lanciare un movimento progressista nazionale e lo scorso anno si è candidato (per ritirarsi poco dopo) alla presidenza degli Stati Uniti. Questi sforzi a livello nazionale lo hanno distratto dal suo lavoro. A quanto pare il sindaco De Blasio si presenta spesso in ritardo a eventi e incontri.

La sua gestione della crisi del covid-19 non ha aiutato. Alcuni pensano che avrebbe dovuto chiudere la città prima. Più di ventimila newyorchesi sono morti. E non ha preso misure adeguate per affrontare la recessione economica. Jonas Shaende del Fiscal Policy Institute, un centro studi di New York, sostiene che il sindaco avrebbe dovuto creare un fondo per i periodi difficili. La contrazione dell’economia ha generato un buco da 9,7 miliardi di dollari nel bilancio, e in futuro dovranno essere fatti tagli pesanti. Dan Doctoroff, l’ex vicesindaco di Bloomberg, sostiene che New York dovrà mantenere la sua qualità della vita per evitare di entrare in un “violento ciclo di declino come quello che abbiamo vissuto negli anni settanta”. Non sarà facile.

Ma De Biasio ha avuto anche qualche merito. Il sistema di scuole per infermieri creato dal sindaco nel 2018 è stato copiato in tutto il paese. Durante la sua amministrazione il livello di criminalità è rimasto basso. Sono stati introdotti i congedi per malattia e una forma di regolarizzazione per i molti immigrati senza documenti. Anche se in ritardo, sta trasferendo una parte dei fondi del dipartimento di polizia ai programmi per i giovani. Inoltre la polizia ha smantellato le unità di agenti in borghese coinvolte in molte sparatorie. Ma la sua gestione delle proteste e della pandemia sarà una macchia per la sua eredità politica.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito sull’Economist.

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