19 novembre 2020 15:51
  • Secondo i risultati preliminari di uno studio di fase due sottoposto a revisione paritaria e pubblicato su The Lancet, il vaccino contro il covid-19 sviluppato dall’università di Oxford e dalla casa farmaceutica AstraZeneca mostra risultati incoraggianti nelle persone anziane, tra le quali i vaccini tendono a essere meno efficaci a causa di un sistema immunitario più debole. Il vaccino sperimentale e la sostanza di controllo (in questo caso non è stato usato un placebo, che è una sostanza inerte, ma un vaccino contro la meningite) sono stati somministrati tra maggio e agosto a 560 adulti sani, divisi al 50 per cento tra uomini e donne, di cui 240 di età superiore ai 70 anni. La risposta immunitaria dei più anziani è stata simile a quella delle persone delle altre fasce d’età. Lo studio ha rilevato pochi effetti collaterali e i risultati preliminari hanno mostrato che il vaccino – chiamato ChAdOx1 nCoV-19 – ha provocato una “risposta delle cellule T” entro 14 giorni dalla prima dose e una risposta anticorpale entro 28 giorni dalla dose di richiamo. Secondo i ricercatori, la risposta dei linfociti T ha un ruolo importante nello sviluppo dell’immunità a lungo termine contro il virus. Per questo, oltre a sperare che il farmaco sia efficace per le fasce di popolazione più vulnerabili, Maheshi Ramasamy, responsabile dello studio, ha aggiunto che “saranno necessarie ulteriori ricerche prima di poter essere sicuri”, dato che la fase due non ha valutato la protezione contro il contagio, e gli studi di fase tre sono in corso per confermarla. Gli autori hanno evidenziato alcuni dei limiti del loro studio, tra cui il fatto che i volontari più anziani avevano un’età media di 73-74 anni, poche malattie pregresse, ed erano quasi tutti bianchi e non fumatori. Affermano però che nello studio di fase tre sono state incluse persone provenienti da diversi contesti, paesi ed etnie. Il vaccino di Oxford, diversamente da quelli annunciati da altre aziende nei giorni scorsi, non ha bisogno di essere conservato a temperature molto basse. E non è un vaccino a mRna. Per trasportare il materiale genetico della proteina spike del sars-cov-2 (che scatena la risposta immunitaria), usa come vettore una versione indebolita di un comune virus del raffreddore (adenovirus) degli scimpanzé, opportunamente modificata in modo che sia sicura per gli esseri umani.
  • Ogni farmaco ha i suoi effetti collaterali, e poiché anche un vaccino è un farmaco la ricerca sta procedendo nell’individuare le possibili reazioni (reattogenicità) tra chi ha partecipato alla somministrazione dei vaccini di Pfizer-Biontech e di Moderna durante la terza fase sperimentale. Science riporta i casi di due volontari che hanno avuto febbre alta e dolori intensi dopo aver ricevuto il vaccino, sintomi che sono spariti dopo 12 e 24 ore. Entrambi i partecipanti hanno affermato che una migliore informazione su questi effetti collaterali li avrebbe preparati meglio ad affrontarli. I vaccinologi ricordano che queste reazioni dimostrano l’efficacia del vaccino, ma c’è chi mette l’accento sulla necessità di informare il pubblico : “Qualcuno deve affrontare l’elefante nella stanza: che dire della reattogenicità del vaccino? Anche se è sicuro, [e] non causerà problemi a lungo termine… cosa succederà una volta che sarà somministrato alla popolazione?“, si chiede Deborah Fuller, una vaccinologa dell’Università di Washington, a Seattle, il cui laboratorio sta sviluppando vaccini a Rna di seconda generazione contro il covid-19. La ricercatrice teme un aumento della diffidenza nei confronti dei vaccini. Meno del 2 per cento dei destinatari del vaccino Pfizer-Biontech e di quello della Moderna ha sviluppato febbre alta da 39 a 40. Ma le aziende che vogliono ottenere l’approvazione della Food and drug administration degli Stati Uniti mirano a fornire il vaccino a 35 milioni di persone negli Stati Uniti entro la fine di dicembre. Se il 2 per cento soffrisse di febbre alta, sarebbero 700mila persone. Altri effetti collaterali transitori potrebbero riguardare ancora più persone. Il consiglio indipendente che ha condotto l’analisi ad interim dell’enorme studio di Moderna ha rilevato che gli effetti collaterali gravi includevano affaticamento nel 9,7 per cento dei partecipanti, dolore muscolare nell’8,9 per cento, dolori articolari nel 5,2 per cento e mal di testa nel 4,5 per cento. Per il vaccino Pfizer-Biontech, i numeri erano inferiori: gravi effetti collaterali includevano affaticamento (3,8 per cento) e mal di testa (2 per cento). “Questa è una reattogenicità più elevata rispetto a quella normalmente osservata con la maggior parte dei vaccini antinfluenzali, anche quelli ad alto dosaggio”, afferma Arnold Monto, epidemiologo della University of Michigan School of public health. Per gli operatori sanitari è fondamentale preparare risposte adeguate, afferma Bernice Hausman, esperta di controversie sui vaccini presso il College of Medicine della Pennsylvania State University. “Dovranno avere a disposizione strumenti per rispondere alle critiche dovute agli effetti collaterali”. La trasparenza è fondamentale, sottolinea Hausman. Piuttosto che minimizzare la possibilità di febbre, per esempio, si potrebbero avvisare le persone sulla possibilità di sperimentare una febbre alta, ma temporanea.
  • La China national pharmaceutical group (Sinopharm) ha annunciato di aver vaccinato almeno un milione di persone contro il covid-19 da luglio attraverso un programma d’emergenza. La Cina ha messo a disposizione tre dei suoi quattro vaccini candidati, ancora in fase avanzata di sperimentazione, ai dipendenti d’aziende statali, funzionari governativi e studenti che vanno all’estero. Finora non sono stati registrati casi di covid-19 tra chi si è sottoposto al vaccino e nessuno ha sviluppato effetti collaterali, ha annunciato il capo dell’azienda farmaceutica Liu Jingzhen. Il New York Times ha esaminato i moduli di consenso alla vaccinazione e ha scoperto che non era specificato che i vaccini erano ancora in fase di sperimentazione. Le autorità sanitarie occidentali avvertono che la Cina sta mettendo in pericolo la salute pubblica rilasciando un farmaco non testato. Secondo Lawrence Gostin, professore di diritto sanitario globale alla Georgetown University, “dobbiamo aspettare che la scienza faccia il suo corso e ci mostri dati rigorosi. I vaccini sono davvero difficili, la maggior parte di quelli che sembrano promettenti non è poi usata perché non sono sufficientemente sicuri ed efficaci”.
  • In Giappone, il 18 novembre sono stati registrati 2.340 nuovi contagi, di cui 534 a Tokyo: sono i numeri più alti registrati nel paese. Il primo ministro giapponese, Yoshihide Suga, ha annunciato la massima allerta, ha esortato i cittadini a indossare le mascherine anche nei luoghi chiusi e a fare tutto il possibile per prevenire i contagi. Nel frattempo Yasutoshi Nishimura, il ministro dell’economia incaricato per la risposta alla pandemia, e il ministro della salute Norihisa Tamura stanno lavorando sulle nuove misure per prevenire la diffusione dei contagi durante una riunione di due giorni convocata dal governo. Mentre il 19 novembre il governo metropolitano di Tokyo ha alzato livello d’emergenza al più alto dei quattro livelli per il covid-19.
  • Il 13 novembre Taiwan ha registrato otto nuovi casi positivi, tutti importati: è il numero più alto di casi giornalieri registrati dal 19 aprile. Per questo, il governo ha deciso di rafforzare le misure di prevenzione e i controlli alle frontiere. Il ministro della Sanità, Chen Shih-chung, ha annunciato che dall’1 dicembre al 28 febbraio per entrare a Taiwan i viaggiatori dovranno presentare un certificato che dimostri la negatività al covid-19. Il test sarò richiesto anche ai cittadini taiwanesi e dovrà essere effettuato entro tre giorni dalla partenza. In precedenza, i cittadini taiwanesi e i residenti stranieri non dovevano presentare il risultato del test prima di essere ammessi. Inoltre, il governo ha imposto l’uso della mascherina nei luoghi di culto, sui mezzi pubblici, nelle strutture sanitarie, nelle scuole, negli uffici e nei luoghi all’aperto affollati. Chi non indossa la mascherina rischia una multa di 526 dollari, mentre alcuni luoghi pubblici come i mercati notturni potrebbero dover limitare il numero di persone.
  • La Giordania, che è stata elogiata in tutto il mondo per i suoi sforzi per contrastare la pandemia durante la prima ondata dei contagi, è ora diventata uno dei paesi più colpiti insieme al Libano e all’Iran. Il 18 novembre ha registrato 7.933 nuovi casi: il numero più alto da marzo secondo i dati del ministero della salute del paese. Il governo ha attribuito l’aumento dei contagi a due fabbriche della città di Aqaba dove sono stati segnalati 1.893 casi positivi. Dopo le elezioni parlamentari dell’11 novembre il governo aveva imposto il coprifuoco per quattro giorni, ma questo non ha impedito i festeggiamenti da parte di alcuni candidati e dei sostenitori. Le autorità sanitarie locali avevano espresso timori circa un possibile aumento dei contagi.
  • Il primo ministro della Malaysia, Muhyiddin Yassin, ha dichiarato che le elezioni di settembre nello stato di Sabah hanno causato la nuova ondata di contagi nel paese. Nel frattempo il re ha accolto la richiesta del governo di dichiarare lo stato d’emergenza nel collegio elettorale parlamentare del Sabah di Batu Sapi per rinviare le elezioni previste per il 5 dicembre. Secondo le autorità sanitarie del paese, i casi erano solo 808 in tutta la Malayisa prima della campagna elettorale nello stato di Sabah. Due settimane dopo, a causa degli spostamenti dei candidati, i contagi sono aumentati del 91,5 per cento e hanno raggiunto i 1.547 il 26 settembre. Quattro settimane dopo, il 24 ottobre, Sabah ha registrato 11.285 nuovi casi diventando il primo stato nel paese a registrare più di diecimila casi.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it