26 settembre 2022 11:14

El País, Spagna
Terremoto in Italia

L’Italia, uno dei paesi fondatori dell’Unione europea, sarà governata da un partito nato sulle orme del fascismo di Mussolini. Nonostante la calcolata moderazione di Giorgia Meloni nelle ultime settimane, l’Europa sta entrando per la seconda volta in un territorio inesplorato: la prima era stata la Brexit e l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Mai prima d’ora un governo dell’Europa occidentale è stato guidato da una destra di ispirazione neofascista che mostra sfacciatamente il suo scetticismo antieuropeo e il suo belligerante nazionalpopulismo.

Ma il fatto che l’Europa entri in un territorio sconosciuto non significa che non possa prevedere meccanismi di controllo, quando sono ancora pendenti diverse consegne di fondi europei allo stato che ne è il primo destinatario. L’Italia tende apertamente all’estrema destra, ma l’Europa deve rafforzare i meccanismi di controllo contro chi aspira a destabilizzare la stessa Ue.

La Vanguardia, Spagna
Meloni, Salvini e Berlusconi, uniti per interesse

La vincitrice delle elezioni è Giorgia Meloni, la leader dei Fratelli d’Italia. Ma da sola non può governare. Il partito di estrema destra avrà bisogno dei suoi partner nella coalizione, principalmente la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi.

È chiaramente un matrimonio di convenienza, sanno di aver bisogno l’uno dell’altro, ma il rapporto personale tra loro non è buono. Meloni e Salvini sono alleati e rivali, si contendono il voto di destra e personalmente non si sopportano. Il veterano Berlusconi la guarderà sempre con condiscendenza, come quella ragazza di 31 anni che nominò ministra della gioventù. Ora è il partner minore di un’alleanza che una volta ha dominato.

Non le hanno reso le cose facili in questa campagna: mentre Meloni cercava di convincere l’Europa che non sarà lei la porta d’ingresso di Mosca in Italia, Salvini, ammiratore di lunga data di Putin, chiedeva il ritiro delle sanzioni alla Russia. A Berlusconi, che era solito presentare il presidente russo come il suo “fratellino”, è sfuggita una giustificazione per l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin che, secondo lui, è stato “spinto” dai suoi ministri a sostituire il governo Zelenskyj con “persone perbene”. C’è da aspettarsi, quindi, che ci saranno delle discrepanze tra di loro, anche se alla fine si sono sempre dimostrate persone molto pratiche.

The Wall Street Journal, Stati Uniti
Il momento della verità per la destra italiana

Gli italiani sono andati alle urne per eleggere un nuovo governo e la grande vincitrice sarà una coalizione di destra guidata da Giorgia Meloni. Ci si potrebbe chiedere cosa ci sia di diverso rispetto agli ultimi anni.

Meloni è stata troppo timida nella sua riluttanza a prendere le distanze completamente dall’eredità fascista del suo partito. Ma non è nemmeno chiaro quanto potrebbe cambiare la politica italiana sotto il suo controllo. Per quanto riguarda l’economia, c’è da aspettarsi un programma populista di destra convenzionale (per l’Italia) che si concentrerà su tagli alle tasse mirati e aiuti al welfare piuttosto che su riforme da big bang come quelle che la nuova leader conservatrice sta tentando nel Regno Unito.

I potenti europei si preoccupano che si gettino le basi per un nuovo conflitto tra Roma e l’Unione europea sulle regole di bilancio. È una preoccupazione lecita, visto il debito pubblico italiano vicino al 150 per cento del pil e nessun piano per stimolare la crescita economica. Ma l’Ue ha anche rinunciato alla leva che avrebbe potuto usare, proteggendo Roma dai giudizi del mercato: gli acquisti su larga scala di obbligazioni italiane da parte della Banca centrale europea hanno limitato lo spread tra le obbligazioni tedesche e italiane.

Per quanto riguarda la politica estera, Meloni e i suoi alleati conservatori non sono né più né meno filoucraini di qualsiasi altro politico italiano riguardo all’invasione dell’Ucraina. E lei sembra sentirsi vincolata da un consenso tra gli elettori a sostenere le sanzioni contro Mosca.

Meloni ha seguito l’esempio di altri conservatori italiani promettendo un giro di vite sull’immigrazione illegale, forse includendo un blocco navale della Libia. Il piano suona inverosimile, ma l’Italia è in prima linea in un’ondata migratoria. Se qualcuno a Bruxelles avesse idee migliori per tenere sotto controllo la situazione, gli italiani probabilmente sarebbero tutt’orecchie.

Insomma, sembra esserci molta continuità. La differenza fondamentale è che ai conservatori è finalmente permesso di guidare il governo. Nel 2018 una coalizione di destra guidata da Matteo Salvini era emersa vincitrice, ma Salvini fu costretto a una scomoda coalizione con il Movimento 5 stelle. Gli elettori italiani non hanno mai avuto la possibilità di mettere alla prova il coraggio dei politici di destra. Ora potrebbero finalmente avere il governo conservatore che sembravano volere quattro anni fa. E scoprire se funziona.

Financial Times, Regno Unito
La vittoria della destra fa presagire dei rischi, ma nessuno sbandamento nell’estremismo

È la prima elezione italiana in cui un partito con radici neofasciste, Fratelli d’Italia, è emerso come la forza politica più forte, sia a destra sia nel paese nel suo insieme.

Eppure Giorgia Meloni ha ottenuto il suo trionfo con un programma nazionalista e conservatore che deve molto più alle formule che portarono il successo di Silvio Berlusconi che a quelle del Movimento sociale italiano, il partito neofascista da cui discende Fratelli d’Italia.

La fama internazionale di Mario Draghi ha amplificato la voce dell’Italia ai tavoli di Nato e Ue. Il nuovo governo lotterà per ottenere lo stesso rispetto. Meloni si è posizionata come una solida sostenitrice della posizione dell’occidente contro l’aggressione russa in Ucraina. E il suo programma elettorale ha anche omesso proposte controverse una volta abbracciate dal partito, come l’affermazione del primato del diritto nazionale su quello dell’Unione.

La questione più grande è se il nuovo governo avrà le capacità e la determinazione per continuare le riforme economiche e amministrative avviate da Draghi. Queste sono una condizione preliminare per il rilascio dei fondi europei. L’incentivo a mantenere lo sforzo di riforma è chiaro. Ma non meno ovvia è la possibilità che i partiti di destra – che spesso non la pensano allo stesso modo sulle questioni economiche – sprofondino in liti interne che impediranno le riforme necessarie.

The Guardian, Regno Unito
La rivalità interna potrebbe minacciare la stabilità di una coalizione guidata da Meloni

Giorgia Meloni ha passato trent’anni a combattere per raggiungere i vertici della politica italiana. Ma nonostante la sua abilità politica, a 45 anni e con una forte volontà e determinazione che l’hanno fatta paragonare a Margaret Thatcher, ha un’esperienza di governo limitata.

Dovrà guidare l’Italia in uno dei suoi periodi più delicati, affrontando sfide mastodontiche dalla crisi energetica all’inflazione galoppante a una possibile recessione e a un’ondata invernale di covid-19. La sua sfida più immediata, tuttavia, sarà mettere insieme un esecutivo che sia abbastanza in forma per governare e abbastanza forte per durare. E trovare figure adatte all’interno del suo partito Fratelli d’Italia , che ha origini neofasciste, per ricoprire incarichi ministeriali.

Un’altra minaccia alla possibile stabilità di governo potrebbe venire dall’interno della sua coalizione. Parte del fascino di Meloni sugli elettori è stata la sua capacità di tener testa a due uomini, ma mantenere l’unità sarà un lavoro quasi impossibile nei prossimi mesi.

Le Monde, Francia
Giorgia Meloni e il suo partito postfascista Fratelli d’Italia ottengono un successo clamoroso

Molti più giornalisti che attivisti hanno aspettato Giorgia Meloni nei salotti dell’albergo romano che aveva scelto come sede la sera delle elezioni. Ed è stato nel cuore della notte, alle due e mezza del mattino, che la leader di Fratelli d’Italia è apparsa tutta sorrisi dietro un leggio, sulle note della hit dell’estate 1975, Ma il cielo è sempre più blu, di Rino Gaetano, che l’ha accompagnata per tutta la sua campagna elettorale. La canzone non mente: il blu è il colore tradizionale dell’alleanza delle destre fin dalla sua nascita nel 1994. E indiscutibilmente l’Italia, alla fine di questa votazione, è molto più blu di prima.

Questo risultato costituisce un disconoscimento per Matteo Salvini. Dopo aver portato la Lega in alto cambiando la linea originaria, regionalista e autonomista, con una posizione antimigranti e antieuro, il leader leghista si è screditato con i suoi stessi eccessi, ed elogiando Putin improvvisamente è diventato più che imbarazzante. Ha contribuito a “normalizzare” Giorgia Meloni che, nonostante le origini del suo partito, appariva al confronto più coerente e quasi moderata. Dopo una simile disfatta, Salvini riuscirà a mantenere la guida della Lega? Non è per niente sicuro e un cambio di rotta alla testa del partito sarebbe pieno di minacce per Giorgia Meloni. Rischia, infatti, di trovarsi di fronte a un nuovo partner di coalizione, con il quale non avrà altra scelta che cercare un compromesso.

È questo il paradosso della situazione in cui si trova Fratelli d’Italia al termine di queste elezioni: confortata dalla vittoria, ma indebolita dalle battute d’arresto dei suoi alleati.

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