Ucraina
Il viceministro della difesa, Viacheslav Shapovalov, ha rassegnato le dimissioni il 24 gennaio citando accuse di corruzione “da parte dei mezzi d’informazione”, a suo dire infondate. Shapovalov era incaricato di sovrintendere alle forniture di equipaggiamento e rifornimenti per le forze armate. Il presidente Volodymyr Zelenskyj ha dichiarato che è in corso un rimpasto, a tutti i livelli, in seguito ad accuse di corruzione. Intanto la ministra degli esteri tedesca ha dichiarato il 24 gennaio che non si opporrà a un’eventuale consegna da parte della Polonia di carri armati Leopard di fabbricazione tedesca, mentre i ministri degli esteri dell’Ue hanno trovato l’accordo per una nuova tranche di aiuti militari da 500 milioni di euro.

Nato
La Finlandia deve prendere in considerazione l’opzione di entrare nella Nato senza la Svezia, ha dichiarato il 24 gennaio il ministro degli esteri dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha escluso il via libera di Ankara alla candidatura svedese. Un’adesione congiunta dei due paesi scandinavi rimane “la prima opzione”, ma “dobbiamo ovviamente valutare la situazione”, ha dichiarato Pekka Haavisto. Erdoğan aveva dichiarato la sua opposizione all’ingresso di Stoccolma nella Nato dopo che un estremista di destra aveva bruciato in piazza una copia del Corano.

Iran
Teheran ha annunciato di voler adottare misure di reciprocità nei confronti dell’Unione europea e del Regno Unito per le nuove sanzioni inflitte al paese. Le misure economiche sono state decise in seguito alla sanguinosa repressione delle manifestazioni antigovernative scoppiate nel paese dal settembre del 2022.

Stati Uniti
Sette persone sono state uccise il 23 gennaio in due località vicine ad Half Moon Bay, in California. Il presunto autore degli attacchi è stato fermato. Il 21 gennaio a Monterey Park, a est di Los Angeles, erano state uccise undici persone, quasi tutte appartenenti alla comunità asiatica e asiatico-americana, come anche l’autore della strage, che si è suicidato. Sempre il 23 gennaio due studenti sono morti e un insegnante è rimasto ferito in un attacco in una scuola in Iowa.

Francia
Su pressione delle organizzazioni umanitarie, sono stati rimpatriati il 24 gennaio 15 donne e 32 bambini cittadini francesi detenuti nel nordest della Siria nei campi in cui sono rinchiusi i prigionieri jihadisti. “I minori sono stati consegnati ai servizi sociali, gli adulti sono stati consegnati alle autorità giudiziarie”, ha dichiarato il ministero degli esteri. Si tratta della terza operazione di rimpatrio di persone ritenute vicini a militanti del gruppo Stato islamico, che si trovavano nel campo di Roj, amministrato dai curdi. Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura aveva condannato la Francia per non aver rimpatriato i cittadini francesi dai campi di prigionia.

Brasile
Sedici indigeni yanomami che vivono in una riserva dello stato di Roraima, nel nord del paese, sono stati ricoverati per ricevere cure urgenti. Il governo ha dichiarato un’emergenza medica dopo che centinaia di bambini yanomami sono morti per malnutrizione. I decessi sono legati all’inquinamento delle acque causato dall’attività mineraria e dal disboscamento nell’area. Il 21 gennaio il presidente Luiz Inácio Lula da Silva aveva visitato il Roraima in seguito alle segnalazioni di una grave malnutrizione tra i bambini yanomami e aveva accusato il suo predecessore, Jair Bolsonaro, di aver causato una catastrofe umanitaria. Il ministro della giustizia ha parlato di gravi indizi di genocidio.

Migranti
Il moltiplicarsi dei disastri meteorologici, che spinge milioni di persone a spostarsi, è oggi una delle “cause principali” della tratta di esseri umani, secondo un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato il 24 gennaio, che cita anche i rischi posti dalla guerra in Ucraina. “Il cambiamento climatico aumenta la vulnerabilità alla tratta”, sottolinea lo studio dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, basato sulla raccolta di dati da 141 paesi nel periodo 2017-2020. Con il tempo “intere regioni diventeranno inabitabili”, il che “colpisce in modo sproporzionato” le comunità povere che vivono principalmente di agricoltura o pesca. Le persone si trovano “private dei mezzi di sussistenza e costrette a fuggire dalla propria comunità”, diventando facile preda dei trafficanti.

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