24 gennaio 2024 12:37

Questo articolo è uscito nel settembre 2020 sul numero 12 di Internazionale Kids.

Hai mai provato a descrivere la tua giornata usando i dati invece delle parole? È quello che hanno fatto due designer scrivendosi cartoline per un anno. Giorgia Lupi e Stefanie Posavec si sono conosciute anni fa a un festival di arte e hanno scoperto di avere una passione in comune: la raccolta delle informazioni.

Vivono in due città diverse, ma hanno deciso di rimanere in contatto e diventare “amiche di penna”, cioè due persone che si scrivono regolarmente. Ma invece di descrivere le loro giornate a parole, hanno cominciato a disegnare le loro esperienze. Le loro cartoline sono diventate un importante progetto artistico contenuto nel libro Dear data, che significa “cari dati”.

Lupi e Posavec sono due information designer: il loro lavoro consiste nel prendere gruppi di dati e d’informazioni apparentemente complicati e presentarli in una forma facile da capire.

Lupi è nata in Italia e vive a New York. Posavec è nata negli Stati Uniti e vive a Londra, nel Regno Unito. Anche se sono cresciute in due città diverse, hanno molto in comune. “Fin da piccole siamo state affascinate dalla raccolta e dall’organizzazione delle informazioni provenienti dal mondo intorno a noi”, spiegano le due designer nell’introduzione al libro.

Cartolina di Stefanie Posavec, settimana numero 7. (Dear data: a week of complaints, 2015)

Da piccola Posavec raccoglieva i dati delle partite di baseball con suo padre, annotando battute, run e strike out sul cartellino segnapunti. Lupi raccoglieva fogli, pietre e pezzi di tessuto in cartelline trasparenti. Poi, da grandi, ogni settimana per un anno intero hanno quantificato (ossia descritto con delle quantità) diverse parti della loro vita: il numero di volte in cui hanno detto “grazie”, il numero di cose contenute nel loro armadio, quante porte hanno aperto, quanti e quali suoni hanno ascoltato.

Invece di scrivere numeri, tracciavano sulle cartoline i disegni che rappresentavano i loro dati. Ogni settimana, per un anno intero, si sono spedite le cartoline per posta. Quelle cartoline non sono dei semplici grafici con disegni al posto dei numeri. Il progetto trasforma le informazioni in arte. Posavec lasciava cadere le sue cartoline in una buca delle lettere a Londra, Lupi metteva le sue in una cassetta delle lettere a New York. Ora le cartoline sono raccolte nel premiatissimo libro Dear data.

Schemi nascosti
“Per 52 settimane raccogliere dati sulla nostra vita è diventato una specie di rituale. Trascorrevamo la settimana ad annotare le nostre attività o i nostri pensieri per poi tradurre queste informazioni in una visualizzazione disegnata a mano”, spiegano. Mentre contavano quante volte avevano fatto qualcosa, indossato qualcosa, imparavano molte cose sul mondo che le circondava e su se stesse.

“I dati possono descrivere gli schemi nascosti che ognuno di noi ha”, scrivono. “Possiamo usarli per conoscerci meglio, a un livello molto più profondo”.
Oggi Lupi e Posavec aiutano gli altri a visualizzare i loro dati. Hanno creato un gruppo online in cui gli amici di penna possono entrare in contatto tra loro. Hanno anche lanciato una rivista che insegna alle persone come tenere traccia dei dati della loro vita e come visualizzarli.

Grazie al progetto Dear data, Lupi e Posavec hanno creato una straordinaria opera d’arte. E nel farlo, hanno anche costruito un’amicizia.

Per esercitarvi con i dati potete stampare queste due pagine prese dal libro Osserva, raccogli, disegna, un diario visivo di Giorgia Lupi e Stefanie Posavec, pubblicato da Corraini. Purtroppo è esaurito! Ad aprile, però, ne uscirà un altro, pubblicato sempre da Corraini.

Da sapere
Al museo

A settembre del 2014 Giorgia Lupi e Stefanie Posavec hanno deciso di spedirsi delle cartoline per raccontarsi la loro giornata attraverso i dati. Il progetto è durato un anno e le 104 cartoline sono state comprate dal museo d’arte moderna di New York, il Moma, che le ha inserite nella sua collezione permanente.


Questo articolo è uscito nel settembre 2020 sul numero 12 di Internazionale Kids.

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