26 febbraio 2021 15:00
  • Gli alunni tra i sei e i 16 anni delle scuole di Berlino avranno l’opportunità di ripetere il corrente l’anno scolastico senza conseguenze sul piano del curriculum, in riconoscimento dei danni nell’apprendimento subiti durante mesi di scuola a distanza. I genitori potranno presentare la domanda ai presidi e dovranno avere un incontro con un rappresentante della scuola, per stabilire qual è la decisione migliore nell’interesse dell’alunno e dell’alunna. Una decisione criticata da diversi capi d’istituto che temono una catastrofe organizzativa che causerà sovraffollamento delle aule, creerà una carenza di personale e metterà in crisi la gestione degli spazi. Alcuni degli altri 15 stati tedeschi stanno prendendo in considerazione un’azione simile.
  • Dopo mesi di proteste e di appelli locali e internazionali, lo Sri Lanka ha annullato l’ordine di cremazione obbligatoria per persone di religione musulmana decedute a causa del covid-19. Il divieto nazionale di inumazione è stato imposto nel marzo 2020 per paura che le salme possano contaminare le falde idriche e i terreni, un rischio escluso dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo il rito islamico i morti vanno sepolti con il viso rivolto alla Mecca. La maggioranza della popolazione buddista dell’isola ricorre normalmente alla cremazione così come la comunità indù. I rappresentanti della popolazione islamica (il 10 per cento di 21 milioni di abitanti) affermano che più della metà dei 459 morti registrati nell’isola appartiene alla loro comunità e che questa larga incidenza può anche essere spiegata con il timore dei musulmani di chiedere assistenza sanitaria, e in particolare, di dover sottostare all’obbligo di cremazione in caso di decesso. L’annuncio è stato dato qualche giorno dopo la visita del premier pachistano Imran Khan, che aveva promesso di sollevare la questione presso le autorità di Colombo. Lo Sri Lanka ha registrato 82mila contagi dall’inizio della pandemia.
  • Il Giappone revocherà dal 1 marzo (una settimana prima del previsto) lo stato di emergenza in sei delle undici prefetture dove è in vigore da gennaio, a causa del calo dei contagi registrato nelle ultime settimane. Tra cinque mesi, il 23 luglio, nel paese è prevista l’apertura delle Olimpiadi e malgrado l’avvio della campagna vaccinale, che ha raggiunto per ora 22mila persone del settore sanitario, parte della popolazione e diversi esperti scientifici temono che le misure di contenimento prese dagli organizzatori (che non prevedono né la quarantena né la vaccinazione delle sportive e degli sportivi partecipanti) siano insufficienti per un evento planetario di tale ampiezza. In Giappone ci sono state 7.700 morti dovute al covid-19 e 429mila contagi.
  • Il 26 febbraio la domanda di autorizzazione di emergenza del vaccino a vettore virale della Johnson & Johnson (Janssen-Cilag) sarà esaminata dal gruppo di esperti (Vaccines and related biological products advisory committee, Vrbpac) che forniranno il loro parere alla Food and drug administration, l’istituzione incaricata di dare il via libera all’uso del farmaco sul territorio degli Stati Uniti. Il pubblico potrà seguire la discussione in diretta, come avvenuto per gli altri due farmaci approvati negli Stati Uniti, quello della Pfizer e quello di Moderna. Secondo Bloomberg News il parere dell’agenzia europea del farmaco (Ema) sull’uso nell’Unione europea del vaccino della Johnson&Johnson potrebbe arrivare l’11 marzo.
  • L’azienda proprietaria della compagnia aerea British airways, l’International airlines group, ha segnalato una perdita record di 7,4 miliardi di dollari per il 2020, e ha chiesto l’introduzione di certificati digitali di sanità per i passeggeri, documenti considerati necessari a una ripresa del settore.
  • Un sondaggio pubblicato il 24 febbraio in Irlanda da Ipsos e The Irish Times ha rilevato un forte sostegno alla riapertura della società e dell’economia il prima possibile. La ricerca segnala anche che l’approccio dello “zero covid” (prolungare i confinamenti finché il virus non sarà eliminato, com’è stato fatto in Australia e in Nuova Zelanda) non piace alla maggioranza degli intervistati, che desiderano una sorta di “normalità” una volta che gli anziani e le persone vulnerabili siano state vaccinate. I risultati hanno anche registrato una diffusa disponibilità a vaccinarsi, con l’80 per cento che afferma di essere pronto a farlo subito e il 14 per cento che si dichiara contrario. Il 43 per cento chiede di riaprire subito le scuole, mentre riguardo ai viaggi all’estero, il 41 per cento chiede che chi rientra in Irlanda possa farlo esibendo un tampone negativo e il 53 per cento ritiene che i viaggi all’estero debbano riprendere solo dopo che la maggioranza della popolazione sarà stata vaccinata.
  • L’Ungheria potrebbe inasprire alcune misure di confinamento, ha detto il primo ministro Viktor Orbán, parlando di un drastico aumento dei casi previsto per le prossime due settimane, ma promettendo che entro Pasqua riceveranno almeno una dose di vaccino 2,5 milioni di persone, su 2,6 milioni che si sono prenotate finora. Il premier ungherese ha proseguito affermando di sperare di potersi vaccinare con il farmaco della cinese Sinopharm (approvato dalle autorità ungheresi ma non dall’agenzia del farmaco europea) all’inizio della prossima settimana e ha chiesto di limitare radicalmente i viaggi fuori dell’Europa. Il governo ha prolungato un parziale confinamento fino al 15 marzo.
  • Israele ha somministrato almeno una dose di vaccino contro il covid-19 al 50 per cento dei suoi 9,3 milioni di abitanti, ha detto il ministro della salute Yuli Edelstein. Nella campagna di vaccinazione sono inclusi i palestinesi di Gerusalemme Est, considerati come parte della popolazione di Israele, ma non i palestinesi della Cisgiordania occupata e della Striscia di Gaza. Edelstein ha detto che il 35 per cento della popolazione israeliana ha ricevuto entrambe le dosi del vaccino Pfizer, mettendola nella condizione di ricevere un “pass verde” che consente l’accesso ad alcune attività per il tempo libero riaperte nel paese. Tuttavia un rapporto dell’intelligence militare, rilasciato il 26 febbraio, chiede maggiore prudenza nelle riaperture, poiché l’indice Rt si starebbe nuovamente avvicinando a 1 a causa della diffusione della variante “inglese”.
  • La Francia e la Germania hanno concordato nuove misure per i lavoratori transfrontalieri, chiedendo di esibire test negativi al covid-19. La cancelliera Merkel ha escluso per il momento chiusure come quelle imposte ai confini con la Repubblica Ceca e il Tirolo austriaco. Il dipartimento francese della Mosella, dove è presente la variante “sudafricana”, sta applicando i provvedimenti con le controparti confinanti della Saar e del Reno-Palatinato, ha aggiunto. Nella primavera del 2020 la chiusura del confine franco-tedesco aveva creato tensioni tra i due paesi, anche al livello locale.
  • In totale negli Stati Uniti sono state somministrate 68 milioni di dosi di vaccini (con i richiami che rappresentano il 6,5 per cento). Il presidente Joe Biden ha specificato che 50 milioni di dosi sono state usate da quando si è insediato a gennaio, prima di ricordare che il paese è ancora alle prese con le varianti del sars-cov-2 e dunque non è il momento di abbassare la guardia, esortando la popolazione a seguire le indicazioni di distanza fisica e a indossare le mascherine. Washington ha ordinato alla Pfizer e alla Moderna 600 milioni di dosi che dovrebbero essere disponibili alla fine di luglio e sufficienti a vaccinare la quasi totalità della popolazione. Biden ha ammesso di non poter dire quando il paese potrà tornare alla normalità: “Posso solo assicurare che stiamo lavorando perché questo avvenga il prima possibile”.

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