29 giugno 2020 10:08

Gli studenti italiani torneranno a scuola il 14 settembre 2020. La ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha presentato le linee guida per la riapertura delle scuole nella giornata del 26 giugno 2020. Il documento ha avuto l’approvazione anche delle regioni e degli enti locali, e ora è pronto per essere inviato a tutti gli istituti scolastici. “Sulla base dell’esperienza dettata dalla pandemia da Sars-cov-2, sarà necessario trasformare le difficoltà di un determinato momento storico in un vero e proprio volano per la ripartenza e per l’innovazione”, si legge nell’introduzione al documento. Da settimane si attendevano le linee guida ufficiali per capire in che modo gli studenti, che da marzo 2020 a causa del lockdown avevano dovuto proseguire l’anno scolastico con la didattica a distanza, potessero tornare a scuola in presenza e in sicurezza.

Durante la conferenza stampa di presentazione, la ministra Azzolina e il presidente del consiglio Giuseppe Conte hanno annunciato che verrà stanziato un miliardo di euro per la ripresa. Si tratta di un apposito fondo, chiamato Fondo per l’emergenza epidemiologica da covid-19 e creato presso il ministero dell’istruzione.

Il documento si rifà, negli aspetti più tecnici, alle indicazioni sulla prevenzione del contagio dal nuovo coronavirus contenute nel documento tecnico del comitato tecnico scientifico del 28 maggio 2020 e costantemente aggiornato.

Le linee guida del ministero, che hanno l’obiettivo di coniugare sicurezza e benessere sociale ed emotivo degli studenti con il diritto alla salute e all’istruzione, hanno valenza nazionale, ma tengono conto delle grandi differenze che caratterizzano gli istituti scolastici del paese. A guidare le scuole verso la ripresa dopo sette mesi di chiusura sarà una cabina di regia nazionale che coordinerà tutto il piano, insieme a dei tavoli regionali istituiti presso gli uffici scolastici regionali del ministero dell’istruzione, che guideranno le singole regioni e affiancheranno i dirigenti scolastici. Centrale sarà, come si legge nel documento delle linee guida, il ruolo delle singole scuole. Ecco quali sono le misure che caratterizzeranno il nuovo anno scolastico 2020/2021.

La data di riapertura e gli orari
Le lezioni del nuovo anno scolastico per tutti gli studenti di ogni ordine e grado cominceranno lunedì 14 settembre 2020. La provincia autonoma di Bolzano riaprirà le scuole con una settimana di anticipo, il 7 settembre. Ma le scuole riapriranno i portoni già dal 1 settembre, per tutti gli studenti che dovranno recuperare le insufficienze dell’anno che si è appena concluso.

Il nodo delle elezioni rimane, dal momento che domenica 20 settembre si terranno le elezioni regionali e amministrative. In molti hanno criticato la scelta di aprire le scuole il 14 settembre per poi doverle richiudere per permettere le operazioni di voto. “Il 20 settembre spero davvero che si riesca a fare quello che in tanti stanno chiedendo, cioè cercare luoghi alternativi alle scuole per svolgere le elezioni. Diversamente sarebbe onestamente un cazzotto nell’occhio e una vera beffa. Spero si risolva positivamente”, ha dichiarato il sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro.

Per quanto riguarda gli orari d’ingresso e di uscita, ciascuna scuola potrà in autonomia decidere che l’ingresso a scuola degli alunni venga scaglionato in maniera da evitare assembramenti nelle aree comuni in entrata e in uscita.

Norme di sicurezza e igiene, interventi di manutenzione
La ripresa dell’attività scolastica in presenza, giudicata da tutti gli schieramenti politici e dalle parti sociali come fondamentale, deve necessariamente tenere conto delle misure di contenimento del covid-19. La prima e fondamentale questione per far tornare gli studenti, i docenti e tutto il personale scolastico a scuola è dunque quella di garantire una ripresa in piena sicurezza per scongiurare il rischio di nuovi contagi.

Le linee guida ministeriali prevedono una pulizia costante degli ambienti scolastici e che siano a disposizione gel igienizzanti e saponi. Per far sì che ogni scuola abbia risorse aggiuntive da spendere in questo ambito, il governo ha messo a disposizione, attraverso il decreto rilancio, 331 milioni di euro per la riapertura. I fondi possono essere usati per l’acquisto di dispositivi di sicurezza, igienizzanti, pulizia, ma anche per la formazione e l’aggiornamento del personale scolastico, e la messa in sicurezza degli spazi, oltre che per servizi di assistenza medico-sanitaria e psicologica, per acquistare nuovi arredi scolastici o per la manutenzione e la pulizia straordinaria. Sarà ogni dirigente scolastico a decidere in che modo usare i fondi a disposizione.

Riorganizzazione degli spazi e distanziamento fisico
Le norme sul distanziamento fisico già previste nelle indicazioni del comitato tecnico-scientifico del Miur del 28 maggio, prevedono che deve esserci un metro di distanza tra gli studenti, o meglio tra le loro “rime buccali” (le bocche). Per rispettare queste misure bisognerà riorganizzare gli spazi.

Come si legge sul sito del ministero, il Miur ha messo a punto in queste settimane un “cruscotto”, “un sistema informatico che incrocia i dati relativi a aule, laboratori, palestre disponibili con il dato delle studentesse e degli studenti e la distanza da tenere”. Si tratta di un software attraverso cui fare simulazioni della disposizione delle singole classi e capire se rispettano le norme sul distanziamento. È uno strumento che consente di individuare quali sono le scuole che hanno bisogno di interventi ad hoc, in collaborazione con gli enti locali, per trovare gli spazi adeguati a garantire il distanziamento tra gli studenti.

Si prevedono anche collaborazioni con istituzioni del territorio come musei, cinema, biblioteche, teatri o parchi.

Il cruscotto è costruito sulla base dei dati trasmessi dalle regioni per ogni singola scuola e consente di segnalare in rosso i casi di scuole in cui gli spazi delle aule didattiche espressi in metri quadrati non siano sufficienti ad accogliere tutti gli studenti iscritti. Tra gli interventi possibili previsti dalle linee guida ci sono l’utilizzo di spazi esterni o il recupero di eventuali edifici scolastici dismessi nel territorio comunale, ma anche collaborazioni con istituzioni del territorio come musei, cinema, biblioteche, teatri o parchi. Queste collaborazioni tra scuola, enti locali e terzo settore, prendono il nome di Patti educativi di comunità.

L’uso delle mascherine
Nelle linee guida non ci sono misure specifiche per quanto riguarda l’uso della mascherina, ma si rimanda alle indicazioni del comitato tecnico-scientifico (Cts). A oggi le norme igienico sanitarie vigenti, che risalgono al 28 maggio, indicano che gli alunni dovranno “indossare, per l’intera permanenza nei locali scolastici, una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni (ad es. attività fisica, pausa pasto)”.

Ma non è detto che il 14 settembre questa misura sia ancora in vigore, trattandosi di un’indicazione che è destinata a essere aggiornata. Il ministero ha infatti fatto sapere nelle sue linee guida che l’eventuale obbligo di mascherina sarà valutato nei giorni a ridosso della ripresa scolastica e la valutazione sarà fatta in base ai dati del contagio che emergeranno. Il Cts darà indicazioni specifiche su mascherine e altri eventuali dispositivi di protezione personale almeno due settimane prima dell’inizio della scuola, si legge nel documento.

Flessibilità scolastica, laboratori e didattica digitale
Le linee guida del ministero danno grande importanza all’autonomia delle singole scuole. Si legge nel documento che ciascun istituto scolastico sarà flessibile e potrà avvalersi di alcuni strumenti come quelli che seguono, a seconda dei suoi spazi e delle sue esigenze:

  • smembramento del gruppo classe in gruppi più piccoli di apprendimento;
  • l’articolazione di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso;
  • turni differenziati;
  • l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari più ampi;
  • una diversa modulazione settimanale del tempo trascorso a scuola, per esempio con moduli orari inferiori ai sessanta minuti.

L’esperienza di didattica a distanza tramite piattaforme digitali inoltre non andrà persa, almeno per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, che potranno integrarla alla didattica tradizionale. La riapertura a settembre prevede inoltre la possibilità di una didattica meno frontale e più laboratoriale, dedicata a gruppi più piccoli di studenti.

Studenti con disabilità
Nelle linee guida per la riapertura si legge che una priorità nel lavoro che le scuole dovranno fare, in collaborazione con i tavoli regionali, saranno gli alunni più piccoli e quelli con disabilità. Gli studenti con disabilità non sono soggetti all’obbligo di mascherina, come prevede il Dpcm del 17 maggio. Per quanto riguarda l’assistenza di studenti con disabilità, non essendo sempre possibile garantire il distanziamento fisico dallo studente, potrà essere previsto per il personale l’uso di dispositivi di sicurezza aggiuntivi.

Formazione del personale
Per far sì che le scuole rispettino e promuovano la sicurezza negli istituti, che le norme igieniche vengano rispettate e che le innovazioni tecnologiche – patrimonio dei mesi di didattica a distanza – vengano sfruttate al meglio, ci sarà una formazione ad hoc del personale scolastico, che a sua volta informerà adeguatamente le famiglie e gli studenti.

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