20 luglio 2016 16:14

Lourdes Méndez è una madre single. Mangia due volte al giorno. Tortilla e sale la mattina, tortilla e sale la sera. A volte un piatto di fagioli, qualche peperoncino e delle erbe selvatiche. La fame le provoca dei crampi allo stomaco. Quando le capita, beve acqua calda: è la sua unica medicina. Non ha mai visto la tv, non ha mai ascoltato la radio o tenuto tra le mani un cellulare. Non ha mai neanche assaggiato il caffè. Non è mai uscita da San Simón Zahuatlán, un piccolo villaggio del comune più povero dello stato di Oaxaca. Nella sua comunità, otto abitanti su dieci sopravvivono con meno di un dollaro al giorno.

Antonio López Velasco, Chiapas


Méndez ha 47 anni e non è iscritta ai programmi di aiuti del governo, come invece prevedono le disposizioni ufficiali. L’occhio del ministero per lo sviluppo sociale, che individua i cittadini più poveri del paese, l’ha ignorata e lo stesso è successo ad altri cittadini. Méndez non parla spagnolo, ma solo mixteco, una lingua indigena. Questa donna di Oaxaca, che è alta un metro e venti e pesa quaranta chili, non è riuscita a comunicare alle autorità che il suo unico reddito deriva dalla vendita di cappelli di foglie di palma, un mestiere mal pagato: i commercianti, infatti, le danno un dollaro ogni tre cappelli.

Lourdes Méndez, è una dei protagonisti di Los doce mexicanos más pobres. El lado B de la lista de millonarios, (I dodici messicani più poveri. Il lato b della lista dei miliardari), a cura di Salvador Frausto e pubblicato da Editorial Planeta. Nato dalla collaborazione tra l’associazione Oxfam e gli attivisti dei gruppi Cuadernos doble raya e Ojos de perro contra la impunidad, il libro racconta la storia dei messicani costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno. Le case in cui abitano sono sprovviste di servizi di base come l’acqua e l’elettricità, ma i programmi sociali del governo, come Cruzada contra el hambre o Prospera, li ignorano o li sfiorano appena.

I loro figli devono camminare ore per andare a scuola. Vivono in comunità che non generano lavoro, dove la terra non è fertile. Alcuni coltivano mais, fagioli o peperoncini, ma non possono vendere i loro prodotti perché mancano le catene produttive. Nessuno sembra interessato a creare le condizioni per farli uscire dalla miseria.

Agustina Joaquín Toribo, Città del Messico


L’altro lato di Forbes

Quando gli ideatori del progetto hanno parlato con lo scrittore Juan Villoro dell’idea di raccontare la storia di dodici messicani, per dare un’idea dei livelli di disuguaglianza del paese, lo scrittore messicano li ha convinti a continuare, dicendo che sarebbe stata un’idea eccellente quella di “stilare il lato b della lista di Forbes”.

La pubblicazione annuale della lista nazionale dei miliardari serve a sapere chi sono le persone più ricche del Messico, ma nessuno conosce quelle più poveri. Sull’influente rivista compaiono sempre i messicani più ricchi, che costituiscono l’1 per cento della popolazione, un settore privilegiato che detiene il 43 per cento della ricchezza del paese. Ma chi si trova all’altro estremo? Qual è la situazione abitativa e sanitaria dei messicani che hanno meno risorse? In Messico ci sono undici milioni di persone che sopravvivono in condizioni di estrema povertà.

Juan Manuel Díaz Salazar, Tabasco


Mentre la fortuna di Carlos Slim, Germán Larrea, Alberto Baillères e Ricardo Salinas Pliego (i quattro messicani più ricchi) è passata in dieci anni a rappresentare dal 2 al 9 per cento del pil del Messico, la disuguaglianza nel paese sta guadagnando velocemente posizioni nelle classifiche mondiali. Il Messico è una delle venticinque nazioni con la maggiore disuguaglianza al mondo, superato solo da paesi africani o latinoamericani come Haiti, Honduras o El Salvador.

Secondo l’ultimo rapporto del Consiglio nazionale per la valutazione della politica di sviluppo sociale (Coneval), l’ente governativo che si occupa di programmi per lo sviluppo delle politiche sociali, dal 2012 al 2014 due milioni di messicani sono scesi sotto la soglia di povertà. I poveri sono passati da 53,3 a 55,3 milioni. Il progetto Los doce mexicanos más pobres racconta la vita degli undici milioni di messicani che vivono in povertà estrema. Alcuni, come Antonio López Velasco, sopravvivono con un peso al giorno.

(Traduzione di Francesca Rossetti)

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