29 maggio 2017 11:06

Macron riceve il 29 maggio a Versailles un uomo preoccupato. Niente minaccia Vladimir Putin sul fronte interno: dalle sparizioni misteriose degli oppositori alle leggi liberticide, il presidente russo è tranquillissimo. Ma sulla scena internazionale la situazione è diversa.

Donald Trump, l’uomo su cui aveva puntato tutto, tanto da aver contribuito a farlo eleggere, è ormai costretto ad alzare i toni contro la Russia per fugare il sospetto di un legame tra il Cremlino e la squadra che ha curato la sua campagna elettorale. Putin, dunque, non può contare su un contatto privilegiato con la Casa Bianca, e parallelamente si sta impantanando sempre di più in Ucraina e Siria.

In Ucraina, l’annessione della Crimea è costata cara alla Russia perché ha prodotto le sanzioni economiche e perché ha costretto il Cremlino a investire in questa penisola per evitare che i suoi abitanti si rivoltassero contro Mosca. Sempre in Ucraina, Putin non sa più che farsene delle province orientali, perché non può annetterle senza provocare una levata internazionale di scudi, il tentativo di secessione finanziato dai russi non sta andando a buon fine e non può ritirarsi dalla partita senza apparire sconfitto.

L’orizzonte sempre più buio
Come in Ucraina, anche in Siria Putin ha bisogno di una via d’uscita, perché ora che ha salvato Bashar al Assad è diventato ostaggio del macellaio di Damasco: non può più scagliarsi contro di lui senza apparire incoerente lanciandosi in un’avventura pericolosa, ma non può nemmeno costringerlo ad accettare un compromesso con l’insurrezione, perché Assad ha il sostegno dell’Iran.

In altre parole Putin è costretto a subire l’intransigenza del suo protetto, quando l’unico modo che avrebbe avuto di trarre beneficio da tutta la faccenda sarebbe stato quello di diventare l’architetto di una soluzione pacifica a questa crisi.

Con il giovane presidente che lo riceve a Versailles Putin non ha attriti né contenziosi, solo un rapporto da costruire

L’orizzonte internazionale del presidente russo è sempre più buio. Putin avrebbe bisogno di poter riallacciare i rapporti con l’Unione europea per allargare il suo orizzonte e costruirsi un futuro. In questo senso l’elezione di Emmanuel Macron gli permette di rivolgersi alla Francia senza andare a Canossa, ovvero senza rimangiarsi la parole.

La mossa non darà subito risultati concreti e non sarà facile che li produca, ma con il giovane presidente che lo riceve a Versailles Putin non ha attriti né contenziosi, solo un rapporto da costruire. I due si conosceranno e cercheranno insieme un modo per trovare una soluzione in Ucraina e Siria e di migliorare i rapporti tra l’Unione europea e la Russia.

È nell’interesse di entrambi, perché Putin ha bisogno di voltare pagina e Macron regalerebbe prestigio a sé e alla Francia se riuscisse nell’impresa di recuperare la Russia. Senza portare a nessun risultato spettacolare nell’immediato, questo dialogo dovrebbe partire a Versailles con proposte concrete e senza che Macron sia costretto a misurare le parole, quantomeno in privato.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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