08 aprile 2019 14:59

Al contrario dei suoi fratelli, mio figlio di tredici anni non ha idea di cosa vuole fare da grande. Dovremmo aiutarlo a immaginare il suo futuro? –Claudio

Michelle Obama nella sua vita è stata molte cose. Nella sua autobiografia (Becoming, Garzanti 2018), racconta che è stata avvocata, dirigente di un ospedale e direttrice di un ente non profit che aiuta i giovani a costruirsi una carriera. È stata una studente nera della classe operaia in un’università molto costosa e frequentata prevalentemente da bianchi. È stata spesso l’unica donna e l’unica persona afroamericana nella stanza, in molte stanze diverse. È stata moglie, mamma e, fino a poco tempo fa, è stata first lady, un lavoro che non è un lavoro ma che le ha offerto una tribuna che non avrebbe mai potuto immaginare.

“Da bambina”, racconta, “le mie aspirazioni erano semplici. Volevo un cane. Volevo una casa monofamiliare a due piani. Dicevo che da grande avrei fatto la pediatra, perché mi piaceva avere a che fare con i bambini. E imparai presto che agli adulti faceva piacere sentirselo dire. ‘Oh, il medico! Che bella scelta!’. A quei tempi portavo le treccine, comandavo a bacchetta mio fratello maggiore e riuscivo sempre a prendere il massimo dei voti a scuola. Ero ambiziosa, anche se non sapevo quali fossero i miei obiettivi. Adesso credo che ‘cosa vuoi fare da grande’ sia una delle domande più inutili che un adulto possa rivolgere a un bambino. Come se crescere fosse un processo che a un certo punto finisce. Come se a un certo punto si diventasse qualcosa e basta, fine della storia”.

Questo articolo è uscito nel numero 1301 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it