29 maggio 2018 17:56

Leghisti e cinquestelle ci hanno ripetuto ossessivamente che stavano lavorando giorno e notte per soddisfare i bisogni degli italiani. Poiché non sono stati i primi a dichiararlo e non saranno gli ultimi, la domanda che andrebbe posta a ogni aspirante al governo è: quali italiani?

Senza dubbio la risposta sarebbe: tutti. Ma è intuitivo che gli italiani (a voler allargare il discorso potremmo dire: gli esseri umani) hanno bisogni diversissimi che, quando li raggruppi per affinità e divergenze, risultano incompatibili. Se si aggiunge poi che tradizionalmente i bisogni che sanno imporsi meglio sono espressi da italiani strapotenti il cui unico bisogno è non rinunciare alla soddisfazione di nemmeno uno dei loro infiniti bisogni, si capisce che “lavoriamo per soddisfare i bisogni degli italiani” è una frase di comodo. Più onesto sarebbe un governo che dicesse: signori, intendiamo soddisfare i bisogni di italiani che hanno le seguenti caratteristiche economiche, sociali, culturali, perfino fisiognomiche. Non solo.

Sarebbe una svolta epocale se i governanti, invece che replicare alle accuse degli insoddisfatti affermando che l’Italia grazie a loro è risorta, dichiarassero fieramente che tutti quelli che non hanno visto nemmeno un proprio bisognino soddisfatto sono la prova del nove della loro limpidezza: l’avevano detto che di quelli non gliene fregava niente.

Questa rubrica è uscita il 25 maggio 2018 nel numero 1257 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

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