14 settembre 2016 19:10

Sampayo, Stassi, Rosario. L’amore e la morte
Coconino press, 80 pagine, 18,50 euro

Perché un uomo tradisce un intero gruppo, la sua comunità? Siamo nell’Argentina degli anni trenta, a Rosario, in una metropoli dominata da clan di gangster in concorrenza. L’affresco storico concepito da uno sceneggiatore e scrittore del calibro dell’argentino Carlos Sampayo mette in scena due attori: i gangster, appunto, e gli anarchici.

Gli anarchici erano perseguitati, e a questo proposito è sufficiente ricordare la storia di Sacco e Vanzetti, immigrati italiani negli Stati Uniti. La questione in verità non era semplice, perché a volte commettevano anche attentati, anche se in alcuni casi ci si poteva riconoscere lo zampino della polizia segreta. Come in questo caso, in cui gli agenti usano i clan per infiltrare gli anarchici e lasciano che i clan si scannino tra loro, mentre i clan usano il protagonista del racconto – un violoncellista innamorato della scaltra figlia di un boss – per infiltrare gli anarchici. Gli anarchici vengono devastati dalla totale fiducia che ripongono nel loro amato amico musicista.

Sampayo, con il disegnatore palermitano Claudio Stassi, autore di immagini ispirate anche se a tratti imperfette, figlie di certa iconografia di una stampa popolare più raffinata di quanto si creda, realizza un’amara ed efficace parabola sull’illusione del potere e sull’oscurità che si nasconde dentro gli esseri umani.

Questa rubrica è stata pubblicata il 9 settembre 2016 a pagina 91 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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