17 giugno 2014 16:34

Era l’ebetino, un volgare mentitore e un buffone di provincia. Ora è diventato il “gentile presidente”. È così che l’M5s si rivolge a Matteo Renzi per chiedere un incontro sulla legge elettorale.

Ci sono volute tre settimane dall’insuccesso elettorale per far capire a Grillo e Casaleggio che il “trionfo” annunciato quotidianamente altro non era che una gigantesca autosuggestione seguita da una profonda delusione. Così hanno deciso di correggere la rotta. Anzi, di invertirla.

Passata la sbornia collettiva, hanno capito che lo “splendido isolamento” era una scelta sterile punita dagli elettori. Ora non si parla più di brogli elettorali, ma della “legittimazione” di Matteo Renzi. “Prima delle elezioni eravamo convinti di poter fare cadere il governo. Ora vogliamo evitare il limbo”, ammette Luigi Di Maio con il solito tono da maestrino.

Per il movimento l’incontro con Renzi è una Canossa che turba le anime e agita le acque sul blog di Grillo. Tradimento dei sacri principi o evoluzione pragmatica? Se finora i grillini hanno cercato di presentarsi come un movimento compatto e coeso, ora le contraddizioni sono evidenti. Più che giustificata la critica di Luis Alberto Orellana: “Sono stato espulso tra insulti e minacce perché ero favorevole al dialogo. E ora improvvisamente è lo stesso Grillo a chiederlo”.

Perché una decisione così importante è stata presa senza consultare gli iscritti? “Il metodo a 5 stelle prevede la partecipazione nei percorsi decisionali. Dov’è?”, chiede la deputata Mara Mucci, criticando il cerchio magico che ha accesso a Grillo e Casaleggio.

Nel movimento nulla sarà più come prima. Sono stati accantonati la paura del contagio, il linguaggio degli insulti, le manette sventolate in parlamento. Un primo incontro tra il ministro della giustizia Andrea Orlando ed una delegazione di parlamentari dell’M5s ha già inaugurato il nuovo clima di collaborazione istituzionale.

Per uno con il carattere di Grillo, dialogare con la “peste rossa” e con il “volgare mentitore” non sarà facile. “Siamo un virus inarrestabile”, aveva commentato l’ex comico dopo la vittoria in quattro comuni. Ma le elezioni europee hanno confermato l’esatto contrario: il movimento ha perso anche in confronto alle politiche dell’anno scorso. La difficoltà di Grillo e di Casaleggio sta tutta qui: non riescono ad accettare la realtà nuda e cruda. Perché soffrono di un altro virus: quello dell’autocelebrazione permanente.

All’incontro, che questa volta sarà trasmesso in streaming, probabilmente non ci saranno né il premier né Grillo. È difficile attendersi risultati concreti, perché Renzi è favorevole al maggioritario e l’M5s preferisce il proporzionale. Ma probabilmente sarà solo il primo di una serie di incontri, che nei prossimi mesi potrebbero riservarci sorprese anche rilevanti.

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