25 marzo 2020 16:15

Quando si sta chiusi in casa, il corpo più di tanto non si può muovere. Ma la mente, almeno quella, può andarsene per i fatti suoi. La settimana scorsa abbiamo fatto un giro nello spazio, stavolta invece ci troviamo da qualche parte in Asia e stiamo per salpare per Singapore. Impossibile, direte. E invece si può. Basta chiudere gli occhi e ascoltare questo pezzo marinaresco di Tom Waits che apre Rain dogs, il mio disco preferito del cantautore statunitense.

L’ispirazione per Singapore, ha spiegato Waits, gli è venuta pensando all’attore Richard Burton – sette volte candidato al premio Oscar senza mai vincerlo, alcolizzato, donnaiolo, un perdente di successo insomma, come piacciono a lui – con una bottiglia di brandy in mano mentre sta per salire a bordo di una nave in compagnia di qualche ragazza. Il pezzo parte da qui, e si avventura in mezzo alle onde del mare urbano, tra scene di sesso in mezzo ai vicoli, nani con un braccio solo ed epiche bevute, fino a quel contrabbasso sornione che chiude il sipario. Ascoltatela e non fermatevi lì. Il resto dell’album non è da meno.

Rain dogs
Tom Waits
Island, 1985

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it