Prima sono stati i figli a sentirsi ebrei, ora anche Silvio Berlusconi (“spiritualmente ebreo”, lo definisce Brunetta) si immerge nella nuova tendenza per cui all’improvviso ci si sente parte del popolo ebraico, meglio ancora se perseguitato come nella Shoah.

“Soffro, ergo sum (ebreo)”, potrebbe essere il nuovo slogan di chi insiste ad appiattire un periodo nero della storia, banalizzandolo e trasformandolo in un mini dramma personale. Perché Berlusconi non è l’unico a sentirsi un po’ ebreo. Lo ha anticipato (di poco) la regista Emma Dante, dichiarando di sentirsi “un’ebrea nella Germania nazista negli anni quaranta” per colpa di qualche attacco verbale e alcune critiche eccessive di qualche blogger, neanche armato.

A sdrammatizzare un po’ il senso del ridicolo sono state le reazioni della politica. Se il Pd si rallegra per questo regalo elettorale inaspettato, il Pdl è accorso in difesa del “padre di famiglia legittimamente turbato” che “fin dall’infanzia è stato educato dalla madre e dal padre a considerarsi spiritualmente ebreo”, eliminando così, in una frase, il concetto di discendenza matrilineare dell’ebraismo e trasformandolo in una materia di educazione familiare.

“Non è la prima volta che volti noti della politica italiana banalizzano la storia del nazismo e della Shoah”, ha commentato Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana che, dopo essersi ripresa dal caso Priebke, si è trovata nuovamente costretta a esprimere sdegno e sconcerto. Nel vecchio ghetto ebraico di Roma alcuni ragazzi, alzando gli occhi al cielo, sbuffano davanti alla domanda se preferirebbero essere ebrei o figli di Berlusconi: unanimemente preferiscono rimanere quelli che sono.

In Israele, i commenti non ufficiali (ufficiali non ce ne sono stati) alle dichiarazioni del “grande amico di Israele” hanno cercato di sdrammatizzare la vicenda, usando toni decisivamente meno accesi rispetto a quelli suscitati dalla notizia di un possibile matrimonio segreto con la Pascale.

“Amore vero”, “viva gli sposi”, ha aggiunto qualcuno in italiano. Gli amici non se la prendono per queste piccole cose.

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