07 agosto 2019 15:00

Fino a poco tempo fa le droghe arrivavano in Iraq attraverso il confine con l’Iran, ma di recente gli spacciatori hanno scoperto che è possibile produrle localmente – soprattutto cannabis e oppio – in alcune zone vicine a Baghdad. Così lo smercio di droga diventa più economico e più sicuro, oltre che lontano dai controlli della polizia di frontiera.

Secondo alcuni rapporti delle forze di sicurezza irachene, le coltivazioni si trovano nelle aree rurali della provincia di Wasit, vicino al confine con l’Iran, e in particolare in aziende agricole abbandonate nell’area di Karbala e di Anbar.

Fonti locali a Baghdad confermano di aver individuato coltivazioni nell’area di Sidiya e nei quartieri orientali della città, negli orti o all’interno di grandi abitazioni, mentre a Hilla e a Maysan si producono pillole stupefacenti nonostante i controlli dei servizi di sicurezza.

La corruzione al confine tra l’Iraq e l’Iran potrebbe aiutare un semplice doganiere a diventare milionario

La polizia della provincia di Qadisiyah ha dichiarato che “le forze irachene hanno confiscato alcuni terreni agricoli nell’area di ​​Shaafa’i, nei pressi del villaggio di Zweita, dove si coltivava una varietà di papavero vietata al livello internazionale”. Le forze di sicurezza sostengono che gli spacciatori iraniani e iracheni preferiscono le aree rurali a sud per nascondere le loro coltivazioni, soprattutto da quando è diventato difficile varcare il confine a causa dell’intensificarsi dei controlli. Hanno trovato tanti piccoli villaggi in diversi distretti di Anbar dove gli spacciatori conducevano efficaci esperimenti di coltivazione. Le forze di sicurezza irachene stanno perlustrando i villaggi, ma trovare le coltivazioni più piccole è un problema.

Il funzionario locale incaricato dell’attività antidroga nella provincia di Dhi Qar, Ali al Waeli, ha dichiarato al quotidiano New Arab che “negli ultimi anni nella provincia era stata registrata una percentuale di uso di droga tra le più basse del paese, ma da qualche mese si registra un aumento nella sua diffusione, grazie anche alla partecipazione di esperti iraniani e afgani”. Al Waeli ha aggiunto che “uno dei sospetti arrestati ha ammesso di aver imparato a produrre in casa alcuni tipi di pasticche da un esperto iraniano attivo sui social network”.

Un deputato iracheno che ha preferito mantenere l’anonimato ha sottolineato che la corruzione nelle aree di passaggio al confine tra l’Iraq e l’Iran potrebbe aiutare un semplice doganiere a diventare milionario grazie alle tangenti e al traffico di droga verso le città del sud.

Secondo lo stesso parlamentare “i partiti religiosi che governano a sud e impediscono il consumo di alcol soffocano la libertà dei giovani, al punto da interferire perfino con le loro scelte di abiti e acconciature”, e probabilmente spingendoli a rifornirsi di stupefacenti che sono più facili da comprare dell’alcol.

Il capo della polizia di Bassora, Rashid Falih, ha chiesto più volte al primo ministro di ripristinare o rafforzare il ricorso alla pena di morte contro gli spacciatori e i contrabbandieri, “colpendo i capi il prima possibile”.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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