24 gennaio 2018 17:42

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Ti scrivo per chiederti di un amico. È un artista di talento che alla sua arte non si è mai davvero dedicato. È come se avesse paura del successo. Ed è anche un cosiddetto sciupafemmine: ogni volta che incontra una donna interessante e interessata, puntualmente manda tutto a puttane. Per questa e per altre ragioni (che non citerò), io credo sia un omosessuale represso. Mettiamo che lo sia. Quando ci sentiamo, di solito una o due volte all’anno, mi racconta i suoi ultimi disastri con le donne (oltre a tutto il resto). Durante l’ultima telefonata stavo per chiedergli se era proprio convinto del suo orientamento sessuale. A mio parere, ciò che lo rende incapace di affrontare questo aspetto della sua vita interferisce anche con tutto il resto. Vorrei riuscire a parlargliene apertamente senza ferirlo. Hai qualche dritta?
–Artist Failing At Relationships

Un eterosessuale senza successo è di solito quello e nient’altro. A meno che tra le informazioni che mi fornisci non ci sia, che so, una gigantesca collezione di porno gay o qualche grande classico dell’omosessualità repressa tipo le avance fatte da ubriaco ad altri uomini o l’ingresso in politica a sostegno dei valori della famiglia, per il momento dovremo lasciare il tuo amico nella colonnina degli etero. Ciò detto, se tu ritieni che una bella botta nel didietro possa dischiudergli il successo professionale e sentimentale che finora gli sono sfuggiti, chiedigli pure se è un omosessuale represso. Potrebbe costarti l’amicizia, AFAR, ma uno che ti chiama uno o due volte all’anno per raccontarti i suoi disastri sentimentali a me non sembra esattamente un amico.

Mio padre ha lasciato mia madre all’improvviso quando avevo quattordici anni, e da allora non ci ha mai più contattato. Per lei è stato un colpo durissimo, che l’ha portata a isolarsi dal mondo. Pur non avendo mai espresso risentimento, ne è stata devastata. Ha perso il suo più grande amore senza un motivo apparente, ritrovandosi da sola con me. Abbiamo entrambi fatto del nostro meglio per dimenticare. Il rapporto ha continuato a essere molto stretto per quattro anni, tanto che ogni sera dormivamo insieme nello stesso letto. E con il tempo abbiamo cominciato a fare cose che la maggior parte delle persone troverebbe sbagliate, ma di cui non ci siamo mai pentiti. È semplicemente successo. E non solo una volta, è andata avanti per due anni, concludendosi solo quando me ne sono andato all’università. Erano anni che non ci ripensavo, e con mia madre non se n’è parlato quasi mai. Lei nel frattempo si è risposata e sembra stare benissimo. Ancora oggi, però, ogni tanto ci mandiamo dei messaggi tranquilli ma con qualche vago sottotesto. Il problema è che di recente ne ho parlato con mia moglie, e lei ha dato di matto. Ha detto che io e mia madre siamo dei pervertiti, si è spostata a dormire in un’altra stanza e non vuole più fare sesso. Mi pento di averglielo detto, ma stavamo giocando a pegno o verità. La situazione è rimasta uguale per tre mesi. Alla fine ho perso la pazienza e adesso sto pensando di andarmene. Mia moglie non l’ho mai tradita né ferita, fisicamente o emotivamente, oltre ad aiutarla sul piano economico perché sta facendo l’università. Le ho proposto di andare dallo psicologo di coppia, ma lei non vuole e continua a dire che ha sposato un mostro e che nessuna donna potrebbe mai volermi. Non abbiamo figli, per cui se me ne andassi non turberei la vita di un innocente. Tu hai qualche consiglio?

–Truthful Revelation Unmakes Two Happy Spouses

Io non sono uno psicologo, TRUTH, ma mi azzardo a uscire dal seminato per dirti che una partita di pegno o verità non è il momento giusto per rivelare che hai avuto una relazione incestuosa con un parente. Professionisti sono invece la dottoressa Hani Miletski e il dottor Joe Kort: la prima è una psicoterapeuta specializzata in problemi sessuali, il secondo un terapista sessuale e di coppia. Entrambi fanno parte dell’American association of sexuality educators, counselors, and therapists, ed entrambi sono scrittori. Miletski è autrice del libro definitivo sul tema dell’incesto madre-figlio, Mother-son incest: the unthinkable broken taboo persists.

“Non sorprende che la moglie sia così turbata”, dice la dottoressa Miletski. “I rapporti tra madre e figlio sono considerati il più grande tabù incestuoso”. 
Mi spiega Miletski che non è insolito, per una donna abbandonata dal marito, cercare conforto emotivo in un adolescente.

“Sono spesso donne molto insicure e dipendenti”, dice Miletski. “Inconsapevolmente„ il figlio maschio comincia a sentirsi responsabile del benessere e del sostegno emotivo della madre. Si genitorializza e viene trattato dalla madre come un sostituto del marito.
 A volte un rapporto tanto stretto fra madre e figlio può trasformarsi in una relazione sessuale, in cui il marito sostitutivo diventa anche amante. Quella descritta nella lettera sembra esattamente una situazione di questo tipo. E mi fa piacere che quest’uomo pensi di non essere stato scalfito da una tale violazione dei confini, ma i messaggi allusivi, il fatto stesso che lui e sua madre se li scambino, sembrano raccontare un’altra storia”.

La dottoressa Miletski preferisce evitare termini come “abuso” e “trauma”, a meno che a usarli non sia la persona direttamente interessata. Tu non l’hai fatto, TRUTHS, ma lo farò io. Dunque: dici di non avere rimpianti, e non accenni al fatto che l’esperienza ti abbia traumatizzato, ma l’assenza di un trauma non conferisce automaticamente a tua madre una sorta d’impunità retroattiva. Lei è responsabile delle sue azioni, azioni violente che è assai probabile ti abbiano traumatizzato.

“Nel campo delle ricerche sulla salute mentale va sviluppandosi una letteratura che dimostra come non tutte le persone che hanno subito abusi riportino anche un trauma”, spiega il dottor Kort. “Ho visto un’infinità di uomini abusati sessualmente dalla madre che non lo ritenevano un abuso in quanto non traumatizzati. Ma sua madre lo ha sedotto, calpestando i bisogno sessuali ed emotivi di un maschio adolescente. Non è possibile descrivere un comportamento del genere se non come abuso, per quanto all’epoca possa esserci stata una parvenza di consenso”.

Ma il passato è passato, TRUTHS. Adesso tu come la pensi al riguardo? “Temo purtroppo che la moglie non riuscirà mai a superare questa rivelazione”, prosegue la dottoressa Miletski. “La soluzione migliore credo sia quella di lasciarla, passare oltre e andare in terapia chiedendo aiuto per elaborare il terremoto emotivo della separazione dalla moglie, ma anche ciò che è successo con la madre”.

Il dottor Kort vede invece per il vostro matrimonio qualche speranza, benché ridotta. “
Per suscitare l’empatia e la compassione della moglie, TRUTHS deve disporsi ad ascoltare i suoi timori, la paura e la rabbia”, dice kort. “Deve anche invitarla a esercitare compassione ed empatia nei confronti della sua vulnerabilità di allora, ma non potrà riuscirci finché non proverà un po’ di compassione per se stesso. La realtà dell’abuso gli si paleserà, forse, il giorno che avrà dei figli. I figli non si mettono al mondo per farne degli amanti”. E ripeto: forse non è il caso di rivelare al partner i propri rapporti incestuosi durante una partita di pegno o verità.

Potete trovare i libri della dottoressa Miletski e scoprire il suo lavoro su DrMiletski.com. Per i libri e ulteriori informazioni sul dottor Kort, andate su JoeKort.com e su Twitter: @drjoekort.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questa rubrica è stata pubblicata su The Stranger.

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