22 marzo 2023 16:55

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una lesbica di 41 anni. Quando ne avevo 26 pesavo 56 chili e stavo con una ragazza. Con Amy il sesso era sconvolgente. Era il mio tipo spiccicato dalla testa ai piedi e aveva più esperienza, quindi sessualmente mi ha aperto gli occhi. Tra noi c’era un’intesa fisica pazzesca. Purtroppo poi ci siamo lasciate (problemi da coppia disfunzionale) e io mi sono trasferita sulla costa ovest. Avanti veloce fino ai miei 31 anni. Pesavo 74 chili, ma ben portati. Poi mi è venuta una brutta depressione e per un po’ sono tornata a vivere con i miei genitori. In quel periodo Amy viveva a un paio d’ore di distanza da me. Mi aveva visto con i chili in più ed era ancora interessata. Per mesi mi ha telefonato ogni sera, e dopo averne parlato per mesi abbiamo deciso di vederci. Solo che, grazie ai farmaci per la depressione, alle “ricette di mamma” e quant’altro, quando infine ci siamo viste ero arrivata sui 90 chili. Abbiamo ricominciato ad andare a letto, ma era chiaro che fisicamente non le piacevo più. Il sesso pazzesco di un tempo non è più tornato. Di lì a qualche mese mi ha detto che era attratta da altra gente e abbiamo chiuso. Voglio sottolineare con molta, molta chiarezza che non la condanno perché il mio aumento di peso le ha fatto passare l’attrazione. Da 56 a 90 chili in cinque anni è abbastanza estremo. Ma l’esperienza mi ha spezzato il cuore, e da allora non ho mai più fatto sesso né baciato nessuno. Nove anni di astinenza. Del mio corpo mi vergognavo (e mi vergogno) profondamente. Ho continuato a curare la depressione – vari psicofarmaci, tanta terapia di gruppo e individuale, eccetera – e piano piano il mio benessere psichico è migliorato – ma sono anche ingrassata. E ho smesso definitivamente di accettare il mio corpo. Sono passata dall’amarlo al trovarlo accettabile, all’essere lasciata a causa sua e diventare obesa. L’anno scorso mi sono decisa ad andare da un dietologo e lentamente ho cominciato a perdere qualche chilo – dal record di 124 sono scesa a 104 – e ho TANTA voglia di ricominciare con il sesso, ma sui siti di incontri non duro più di qualche giorno e poi cancello il profilo, perché mi vergogno del mio aspetto. Prima ero giovane! Sexy! Carina! E quella gnocca di Amy mi si voleva fare! Di continuo! Non voglio tornare con lei, assolutamente, ma mi manca il sesso impareggiabile che facevamo quando ero in forma. Come faccio anche solo a tentare di conoscere una donna e farci sesso se sono stata lasciata perché ero ingrassata e per il mio corpo provo solo disprezzo e vergogna?

–Fat Middle-Aged Celibate Lesbo

“Per intraprendere un lavoro di accettazione del proprio corpo è essenziale andare al nocciolo della questione”, risponde Elle Chase, sessuologa, terapeuta per questioni sessuali, relazionali e per problemi legati al rapporto con il proprio corpo, nonché autrice del manuale di sesso comodo per ragazze formose Curvy girl sex: 101 body-positive sex positions to empower your sex life.

E dentro il nocciolo della questione non troverai il tuo aumento di peso, FMACL, né il trauma di essere stata lasciata da Amy la gnocca. No, a sentire Chase il tuo problema è ben più profondo, ed è culturale, non personale.

“Fin dalla nascita ci sommergono con canoni fisici e di bellezza inventati e in continua evoluzione”, dice Chase, “i quali hanno origine in sistemi oppressivi come patriarcato, suprematismo bianco e capitalismo. Questi criteri di bellezza e attrattività decisi dall’uomo distorcono, stravolgono e contaminano la percezione e l’opinione che abbiamo di noi stessi, e degli altri, convincendoci che per essere desiderati o degni di fare sesso si debba avere un certo aspetto. Ma è una bugia!”.

Perché l’attrazione sessuale è fortemente soggettiva: ci sono persone di ogni sorta, FMACL, che trovano attraenti corpi, tipologie corporee e caratteri di ogni sorta.

“Un po’ come con l’arte”, prosegue Chase. “Noi due possiamo guardare lo stesso dipinto e ricavarne sensazioni e opinioni diversissime. E abbiamo ragione entrambi”.

Una diversità di gusti artistici è facilmente comprensibile. Non la prendiamo sul personale quando un amico – o uno sconosciuto su un’app da incontri – non la pensa come noi su divisionismo, surrealismo o cubismo. La faccenda cambia quando sei tu il quadro che qualcuno trova bello (anche se non ti senti bello) o non percepisce come bello (mentre tu lo vorresti tanto).

“Quando ciò che vedi allo specchio non corrisponde a questi canoni inventati, il tuo cervello fatica a vedere in te l’essere umano sessualmente appetibile che sei per natura”, dice Chase. “Il cervello diventa un narratore inattendibile che prova a proteggerti dal dolore del rifiuto dicendoti che non sei abbastanza attraente o sessualmente desiderabile da meritare una vita sessuale”.

Quindi come si fa – come fai tu – a smantellare questo, diciamo così, sistema auto-oppressivo?

“Ecco un piccolo manuale con qualche consiglio spero utile”, dice Chase. “FMACL deve riprogrammare il suo cervello disinnescando i meccanismi del suo dialogo interiore negativo. Se odia il suo aspetto e il suo dialogo interiore le dà ragione, deve innanzitutto ammetterlo – quando ti senti di merda ti senti di merda, e riconoscerlo è importante – e poi dirsi qualcosa di vero ma neutro. Per esempio: ‘Il mio corpo oggi è così’, oppure: ‘Mi sento brutta, ma le sensazioni non corrispondono a realtà di fatto’. Il mio mantra preferito è: ‘Quel che penso del mio corpo non mi riguarda”. Non perderti d’animo. So che è difficile, ma è un allenamento che dura tutta la vita e che io stessa continuo a fare quotidianamente”.

Per quanto riguarda gli incontri, il mettersi in gioco su un’app e rimanerci, per il momento Chase consiglia di ridurre il coinvolgimento.

“FMACL può momentaneamente togliersi di dosso la pressione incontrando qualcuno giusto per allenarsi”, dice Chase. “L’obiettivo non è scopare o trovare la compagna, ma sentirsi più sicura e a suo agio. Vedere che effetto fa uscire con una donna e parlare, condividere esperienze, magari flirtare. Deve concentrarsi su ciò che sente lei, e non su ciò che pensa stia provando l’altra. Anteporre la sua felicità, il suo benessere e i suoi desideri a tutto il resto. Non merita niente di meno”.

Per conoscere meglio Elle Chase, il suo lavoro e i servizi che offre, visitate il sito ellechase.com.

Francesca Ghermandi

Avrei dovuto farti questa domanda dieci anni fa! Sono un gay bianco di 68 anni, e ho subìto molestie sessuali dal mio medico (anche lui gay), ripetutamente, finché non ho deciso di prendere le distanze sia personalmente sia professionalmente. Per anni sono stato indeciso se denunciarlo o meno, ma non l’ho fatto. Poco tempo fa ho scoperto che si è suicidato, pare dopo che un altro paziente l’ha accusato di ripetute molestie sessuali. Ho contattato gli avvocati di questo paziente, che hanno fatto causa alla clinica e alla proprietà. Mi hanno chiesto di fornire una deposizione e ho accettato. Mi hanno anche consigliato di valutare la possibilità di fare causa a mia volta. Sono felicemente sposato, in pensione e vivo in Europa. È meglio lasciar perdere? O devo avventurarmi in una causa?

– Decline Or Challenge

Accettare di deporre – o di presentare una dichiarazione giurata - a sostegno dell’altro paziente se sai che è stato aggredito dal vostro ex medico… non è cosa da poco. Anche se non fai causa direttamente, DOC, non vuol dire che stai lasciando perdere. Vuol dire fare un gesto significativo e rilevante, aiutare una vittima come te a ottenere la giustizia e il risarcimento che secondo lei le sono dovuti, nonché a chiamare a rispondere la clinica dove tu, lui e probabilmente altri avete subìto molestie sessuali.

La domanda non è quindi “Voglio starmene a guardare?” perché non è quello che stai facendo. La domanda è: “ Voglio fare causa a mia volta?”. E la risposta a questa domanda… be’, non posso dartela io, DOC. Perché dipende da cosa ti serve per sentirti a posto. Se non vuoi i fastidi e non ti serve un risarcimento, non sei tenuto a fare più di quel che hai fatto. E ribadisco: accettare di essere interrogato (da entrambe le parti) in un caso del genere non è cosa da poco. Si sta facendo giustizia, si chiamano a rispondere le istituzioni, e tu stai contribuendo. Se vuoi far causa anche tu, fallo. Se non vuoi, non sei in dovere.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger. Inviate le vostre domande a mail@savagelove.net.

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