Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono un uomo di 40 anni con una compagna non binaria di 30. Stiamo insieme da tre anni e conviviamo ufficialmente da uno. Tra noi le cose sono sempre state un po’ burrascose, per via di problemi con i miei figli, con la madre dei miei figli e per i miei timori riguardo alla nostra compatibilità e all’impegno stabile. Lei (la mia compagna) vuole che nella relazione ci siano delle “pietre miliari” a indicare il mio impegno nei suoi confronti. Le altre tappe significative, come ufficializzare la relazione, andare a convivere, conoscere i miei figli, eccetera sono state “guastate” (e quindi in parte invalidate) in quanto non condotte con sufficiente “entusiasmo” o “attenta pianificazione”. Mi piacerebbe molto darle le pietre miliari che desidera, ma a parte farle la domanda topica – e non sono affatto pronto! – fatico a trovare “pietre miliari” sufficientemente significative. E quando chiedo degli esempi, ricevo solo idee per cui non sono pronto, come sposarsi o prendere un gatto.

– Moving In Lacked Emotional Significance

Primo e più importante: la questione pronomi. Parti definendo la tua partner come non binaria, ma poi per il resto della lettera la indichi esclusivamente al femminile. Dato che frequenti questa persona da tre anni – e che questa persona non binaria non mi sembra il tipo di persona non binaria che lascia correre se le altre sbagliano il genere – immagino che la tua partner sia una di quelle persone non binarie afab (assigned female at birth, persona registrata come femmina alla nascita) che parlano di sé al femminile. Esistono, hanno tutte le ragioni e amano tenere vigili noi binari.

Chiarito tutto ciò…

La persona con cui stai – con cui convivi – non mi sembra una che si accontenta facilmente. Ufficializzare la coppia l’ha lasciata insoddisfatta, conoscere i tuoi figli non è stato magico come pensava, quando siete andati a convivere nessuno ha sparato salve d’onore o qualsiasi cosa si aspettasse. Io vedo un filo conduttore, MILES, e mi preoccupa. Nel senso che ho la sensazione che anche la tua proposta di matrimonio, se e quando deciderai di farla, risulterà deludente. Non abbastanza romantica l’ambientazione, troppo piccolo il diamante, poco “wow” la coreografia del flash mob. Poi al matrimonio qualcosa andrà storto, guastandole per sempre i ricordi, troverà un motivo per rimanere delusa dalla luna di miele, il gatto non sarà del colore giusto e così via.

Le esperienze reali raramente sono all’altezza delle fantasie idealizzate, e chi non riesce a concentrarsi sugli aspetti positivi, chi non sa accettare il “quasi” o l‘“abbastanza”, non sarà mai soddisfatto. E al mondo esistono persone che non vogliono essere soddisfatte, MILES, e sospetto che la tua partner sia una di quelle. Se trovare costantemente difetti ed esprimere delusione significa costringerti a dover sempre rimediare, MILES, nulla la soddisferà mai. Perché la sua capacità di sottolineare i dettagli che “guastano” le dà potere su di te.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Per onestà nei suoi confronti, MILES, va detto che dopo tre anni insieme volersi sposare non è insensato. Ma la vita è complicata e caotica, e quella di un uomo divorziato con dei figli da un precedente rapporto contiene ancor più complicazioni e più caos, e una comprensibile riluttanza a risposarsi. Ne consegue che un uomo divorziato e con figli non è il compagno ideale di una persona che per essere felice – ammesso che si possa rendere tale – ha bisogno di grandi gesti romantici perfettamente eseguiti, e una persona che ha bisogno di grandi gesti romantici perfettamente eseguiti non è la compagna ideale per un uomo divorziato e con figli.

P.S. Altro presentimento: se è il genere di persona che parla di “settimana del mio compleanno” o – Dio non voglia – di “mese del mio compleanno”, scappa. Sono persone impossibili da accontentare.

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Mio marito ha problemi di memoria di natura neurologica. Non è Alzheimer ma in parte ci somiglia, e mi costringe a fare molte cose al posto suo. Devo ricordargli ogni minima cosa, risolvergli un’infinità di “problemi”, accompagnarlo ovunque (perché altrimenti si perde) eccetera eccetera. Il risultato è che mi sento più un genitore o un’infermiera o un’assistente domiciliare che una moglie. Ci amiamo ma non è come prima, né potrà più esserlo. Per lui è molto frustrante, ma lo è anche per me. I problemi di memoria ce li ha lui, ma sono io a non ricordarmi nemmeno quand’è stata l’ultima volta che siamo andati oltre l’abbraccio o il bacetto di saluto. Saranno almeno dieci anni, se non di più. In sostanza ho dovuto rinunciare a una parte enorme di me stessa, e non so cosa fare per recuperarla. Mi sento denutrita. Mi sento morta dentro. Come faccio a ritornare in vita?

– Frustrated And Resentful

Ora sei la sua badante, FAR, non la sua fidanzata, e gli dimostri la tua fedeltà rimanendo al suo fianco, standogli accanto ogni volta che esce di casa, ricordandogli di prendere le medicine, eccetera eccetera. Come badante sei sottoposta a una pressione enorme, e se siete statunitense il vostro paese non offre alcun sostegno a chi si occupa di persone care con malattie croniche o disabilità. Insomma devi prenderti cura di te stessa, FAR, e se incontrare con discrezione un amante o pagare un professionista ti permette di salvare sia il matrimonio sia l’equilibrio psichico – di essere la compagna di cui tuo marito adesso ha bisogno – fa’ ciò che devi.

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C’è una persona con cui faccio sexting, e stiamo per passare dai messaggi all’incontro in carne e ossa. Ma via messaggio non parliamo mai di preservativi, protezioni, igiene intima, e così via, perché è tutta una fantasia. Come faccio a introdurre nelle fantasie qualche argomento di vita reale?

– Fantasies Erotic And Realities Serious

Anziché tentare l’impossibile – e introdurre cose come preservativi, protezioni, igiene intima in uno scambio di messaggini erotici è impossibile – dopo il prossimo scambio di messaggi erotici dovresti inviare a questa persona un messaggio una tantum, senza fini erotici, a tema “dubbi e logistica”. Digli che ci sono questioni pratiche di cui vorresti parlare prima di incontrarvi per la prima volta dal vivo. A quel punto puoi tirare fuori preservativi, protezioni varie, aspettative d’igiene intima e qualsiasi altra cosa di cui vuoi parlare prima del primo incontro.

Infine, FEARS, se negli scambi di messaggi hai mostrato interesse per cose che non vuoi davvero mettere in pratica – né ora, né mai – o se hai semplicemente dato corda a una sua fantasia ma non ti interessa farla con lui o per lui, ecco, ora è il momento di ritrattare.

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So che in genere ti chiedono pareri su cose sessuali, ma io ho una domanda sui sentimenti. Sono un omosessuale cis di 41 anni che vive in una grande città, ma per qualche ragione non riesco ad avere una vita sentimentale. Ho provato con le app e i siti di incontri, ma gli unici uomini che sembrano interessati hanno il feticcio dei neri (io sono nero e ben piazzato) o è gente che cerca solo sesso. Io non cerco solo sesso, perché sono demisessuale e chi cerca solo sesso non mi interessa. Mi piacerebbe conoscere una persona. Negli ultimi anni ho lavorato molto su me stesso. Ho un life coach e vado in terapia più volte al mese per farmi aiutare a risolvere cose del passato. Ma non riesco a non pensare che mi manca qualcosa, o di sbagliare qualcosa. So che in tanti cercano solo divertimento, ma io non voglio rinunciare al cazzo per riuscire a conoscere una persona. Cosa mi consigli per trovare qualcuno di interessato?

– Dateless In Detroit

Sulle app da incontri gay esistono anche gli uomini che vogliono procedere con calma e conoscersi prima: sbaglio o sei fra loro?

Ciò detto, tutte le coppie gay che conosco – per non parlare delle policombriccole hippy-gay – sono storie di una notte che sono durate. Va da sé che con i feticisti dei neri non devi perdere tempo, se sentirti oggettificato non ti eccita. Ma chiudere la porta a chi cerca sesso può interferire con la ricerca di una semplice conoscenza, per non dire di un partner. Ora, tu ti definisci demisessuale, DID, e io lo rispetto. Ma c’è chi dice “demisessuale” intendendo “non provo attrazione sessuale senza un legame emotivo” e chi intende “voglio procedere con calma”. Se rientri nel primo gruppo, devi seguire le indicazioni che Ann Landers dava ai lettori single negli anni sessanta: fare volontariato politico, iscriversi a un’associazione, giocare a calcetto. Un’attività di gruppo organizzata – di quelle che si fanno da vestiti – può farti conoscere persone interessanti.

Se invece rientri nel secondo gruppo, DID, procedi con calma e concediti le avventure di una notte che fanno decollare le relazioni gay. Agli uomini che conosci online di’ che ti va di vederli, ma che ti interessa solo il sesso soft, come la masturbazione reciproca, magari un po’ di sesso orale, ma niente di serio o penetrativo, e che dovrà aspettare fino a quando non vi sarete conosciuti un po’ meglio. Quelli a cui l’idea non piace declineranno, ma chi sarà disposto a conoscerti – a guadagnarselo, quel cazzo – raccoglierà l’invito.

P.S. Puoi incontrare gente sulle app e al tempo stesso fare volontariato, iscriverti a un’associazione, giocare a calcetto, eccetera. Non devi per forza scegliere una cosa e basta. E se una sera vedi su Grindr uno con cui giochi a calcetto, DID, è la tua occasione.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger. Inviate le vostre domande a mail@savagelove.net.

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