11 aprile 2024 15:01

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna. Da poco ho una relazione poliamorosa con un uomo che ha una figlia di cinque anni. Lui e la sua ex compagna si sono lasciati da circa un anno, e fino a due settimane fa lei non gli permetteva di vedere la bambina. Invece da quando ha saputo della mia esistenza ha cambiato idea all’improvviso. Credo che lei ora gli permetta di vedere la bambina perché così pensa di dividerci. In realtà siamo entrambi felicissimi che lui riallacci i rapporti con la figlia. E a questo punto ti chiedo un consiglio. Il mio nuovo fidanzato ha cominciato solo da poco a esplorare il poliamore e la sua ex non sa che io non sono l’unica donna che frequenta. Lui non si è ancora fatto vedere in giro con l’altra con cui ha una storia, dato che la loro è una cosa recente, mentre io e lui stiamo insieme da più di sei mesi. Però andiamo tutti e tre d’accordissimo, e nel nostro gruppo di ballo hanno cominciato ad accorgersene in parecchi. È da questo gruppo che la sua ex è venuta a sapere di me. Secondo te è prudente dichiarare la sua nuova relazione? O pensi che la sua ex si arrabbierà e ingelosirà vedendo che lui si sta godendo la vita, e gli impedirà di nuovo di vedere la figlia?

– Regarding a vengeful ex

“Da diciassette anni rappresento clienti in cause per l’affidamento in tutto lo stato di New York, cause nelle quali il fatto di essere poliamoroso – o kinky, o un professionista del sesso, o frequentatore di professionisti del sesso, ecc. – è usato contro qualcuno”, dice Diana Adams, direttrice generale del Chosen family law center. “E i rischi del dichiararsi poliamorosi, quando si ha un ex che potrebbe usare questa informazione per farti togliere l’affidamento da un giudice, dipendono purtroppo dallo stato in cui si vive”.

Se ti sembra una follia, Rave, è perché lo è. Prima di fare la cosa più ovvia, cioè prima che il tuo fidanzato si trovi un bravo avvocato e porti in tribunale l’ex per garantirsi i diritti e le responsabilità di genitore (gli alimenti li sta pagando, giusto?), dovreste dare un’occhiata ai risultati delle ultime tre o quattro elezioni locali.

“Il fattore più decisivo per la riuscita è il tasso di conservatorismo della zona, che è indice di quanto larghi o stretti di vedute saranno il giudice, gli assistenti sociali e le altre figure che dovranno valutare il caso secondo il metro soggettivo dell’interesse del minore”, dice Adams. “Non abbiamo ancora molti strumenti per difenderci dalle discriminazioni sul poliamore e altri tipi di relazione, ed è proprio per questo che cerco di promuovere leggi antidiscriminazione sulle strutture familiari e relazionali”.

I provvedimenti antidiscriminazione per cui si batte Adams – che sono già legge in almeno due città della East Coast e al vaglio in altre due della West Coast – vieterebbero ai giudici e agli assistenti sociali conservatori di discriminare chi pratica il poliamore. Se però non siete abbastanza fortunati da vivere in una delle due città in cui queste leggi sono già in vigore, la loro approvazione e il dibattito che stanno suscitando altrove potrebbero, un domani, aiutare il tuo fidanzato e sua figlia.

“Queste leggi non rendono solo illegittimo discriminare nelle giurisdizioni in cui sono approvate”, prosegue Adams, “ma influenzano anche l’opinione pubblica e rendono le discriminazioni meno accettabili altrove”.

Nell’immediato, la risposta alla domanda se sia prudente o no per il tuo fidanzato dichiarare il proprio “stile di vita” (espressione orrenda, lo so, ma a volte è inevitabile) poliamoroso non dipende solto dallo stato in cui vivete, Rave, ma anche dalla reazione più probabile dell’ex. E dato che già in passato lei ha usato la bambina come un’arma (cosa che non è nell’interesse del minore), non credo che possiate contare su una reazione benevola, in qualunque modo la pensi sulle relazioni aperte. Ecco perché il tuo fidanzato, se può farlo senza rischi, dovrebbe trovarsi un bravo avvocato e fare causa all’ex.

Diana Adams è direttrice generale del Chosen family law center, un’organizzazione senza scopo di lucro che si batte per una definizione più inclusiva di famiglia.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Mi hanno detto che aiuti le donne umiliate per via dei loro orgasmi. Ho una relazione da cinque anni e ho sempre avuto difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Circa un anno fa ho avuto una storia durante un episodio maniacale. A stento me la ricordo, ma mi tormenta ogni giorno. A peggiorare le cose c’è il fatto che il mio fidanzato tira sempre fuori questa storia mentre facciamo sesso. Lui conosce due modi infallibili per farmi venire, e invece si è fissato su due modi con cui faccio fatica, e se non vengo si arrabbia tantissimo. Quando gli dico che non è colpa sua, che è il mio corpo che funziona così, lui ritira fuori il tradimento e mi ricorda stizzito che con quello sconosciuto sono riuscita a venire anche in quel modo. Adesso ho l’ansia di venire il più in fretta possibile, e cerco di guidarlo a fare quello che è più piacevole per me, gli spiego addirittura come. Però finisce sempre tutto in un litigio, su come ho raggiunto l’orgasmo facendo quelle cose con un altro. Ormai mi sento come se mi si fosse rotta la vagina. Lui dice che è perché ho fatto troppo sesso, e mi accusa di preferire il sesso con gli sconosciuti, poi comincia a imprecare perché secondo lui ce l’ha troppo piccolo. Che si tratti di penetrazione, di sesso orale o di usare le mani, ripete sempre le stesse cose. Con lui ho raggiunto più volte l’orgasmo sia con la penetrazione sia con il sesso orale. Non capisco perché non riesco a venire quando mi stimola con la mano o quando lo fa da dietro, e ormai lui si è fissato con queste due cose. Mi puoi aiutare? È un problema costante. Sono undici mesi che litighiamo almeno tre volte a settimana.

– Feeling increasingly broken somehow

Tu non hai difficoltà a godere durante il sesso – sei pienamente capace di raggiungere l’orgasmo (anche con la sola penetrazione vaginale!) – ma per motivi che indagheremo a breve, Fibs, il tuo fidanzato ha deciso di ignorare ciò che funziona per te e le indicazioni che gli dai mentre fate sesso. Ha scelto invece di fare ciò che per te non funziona, pur sapendolo, e quando poi prevedibilmente non funziona si mette a fare scenate meschine sulle dimensioni del suo uccello e sull’incresciosa storia che hai avuto durante un episodio di malattia mentale. E della quale gli hai raccontato fin troppo. Magari era giusto che lui sapesse del tradimento, ma non c’era bisogno che sapesse precisamente come ti ha fatto godere quell’altro. Ora lui non vuole avere rapporti con te per ristabilire un legame dopo il tradimento, e neanche per fare sesso e basta, vuole avere rapporti con te per controllarti e punirti. Non vuole che tu goda – te lo sta impedendo consapevolmente – perché vuole rinfacciarti quel tradimento all’infinito. Il che significa che non ti ha perdonata, Fibs, e dato che queste piazzate le fa tre volte alla settimana da undici mesi, è evidente che non ha alcuna intenzione di perdonarti.

Uno che non smette di esigere delle scuse non si accontenterà neanche alla milionesima. Certo, hai avuto una storia e certo, hai fatto male. Però c’erano delle attenuanti – eri in una fase maniacale – e se lui non è in grado di perdonarti e superare la cosa, Fibs, per lui non c’è posto nella tua vita, nel tuo letto, nella tua vagina e nella tua bocca.

P.S. Non ti si è rotta la vagina, per ora. Ma più ti trattieni in questo inferno di relazione, più aumentano le probabilità di avere il problema che ti preoccupa, cioè la difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Per adesso funzioni ancora benone: riesci a venire, in svariate posizioni, facendo svariate cose. Non farti togliere tutto questo dal tuo futuro ex fidanzato livoroso. Maes: mandalo affanculo e stop.

P.P.S. Alcune persone, dopo un tradimento, insistono a voler sapere tutto. Ogni minimo particolare. Però raccontare tutto, o tirare fuori con le pinze tutto, alla persona che hai tradito, è come spargere sale sulla terra. Appassisce e muore tutto, e non ricresce più nulla.

Ho una carissima amica da quasi cinquant’anni. Ha due figli, sei nipoti e dieci bisnipoti. Ieri mi ha detto che la partner di una delle sue nipoti ha da poco fatto coming out come transgender. Però me lo ha detto a mo’ di pettegolezzo, con un sacco di battute, e mi ha sconvolta. Le ho detto che doveva essere un momento difficile per tutti e ho cambiato discorso. Voglio dare il mio appoggio a questa ragazza, alla sua partner e ai loro figli, e ovviamente alla mia amica. Hai qualche idea?

– Appalled with friend’s unkind laughter

La tua vecchia amica stava spettegolando o si stava confidando? Faceva battute crudeli o stava usando l’umorismo, magari in modo maldestro o insensibile, per sciogliere la tensione che provava in quel momento, o che credeva erroneamente provassi tu?

Quando ho fatto coming out con mia madre, decenni fa, lei prima ha detto la cosa giusta, cioè che mi voleva ancora bene. Poi che non voleva incontrare nessuno di quelli che stavo frequentando, cosa brutta da sentire. E infine mi ha raccontato una barzelletta su due uomini che aggrediscono una donna in un parco di Chicago famoso come luogo di rimorchio gay. La battuta era: “Uno la teneva giù e l’altro le pettinava i capelli”. Perciò due minuti dopo aver fatto ciò che mi era sembrato impossibile fino a cinque minuti prima, cioè dire ad alta voce “Sono gay” a mia madre, lei mi ha raccontato una barzelletta sui gay e sullo stupro. Fossi stato un altro tipo di persona, gay o no, forse mi sarei offeso o arrabbiato. Mia madre però era in difficoltà, e la barzelletta (sui gay e sullo stupro, ribadisco) era uno sforzo, per quanto goffo, di starmi vicina usando l’umorismo. E un giorno, seduto a tavola per cena, avrei sentito mia madre ridere mentre raccontava al mio primo fidanzato serio di quella volta che avevo fatto coming out, e ripetere la stessa barzelletta. Non per insultare il mio fidanzato, ma per far sentire anche lui uno di famiglia.

Senti, Awful, magari la tua amica è una bigotta transfobica. Però secondo me le, come la mia defunta madre, merita il beneficio del dubbio: sii ottimista sulle sue intenzioni, immagina che fosse solo a disagio e dimenticati di questa storia. La prossima volta che la vedi, chiedile se alla partner di sua nipote va bene che la famiglia diffonda la notizia del suo coming out – per alcune persone queer va bene – o se tu non dovresti ancora saperlo. Se la sua parente voleva che la famiglia lo spifferasse (e, ripeto, ad alcuni sta bene), manda un messaggio alla nipote della tua amica e alla sua partner in cui esprimi il tuo sostegno. Se invece non lo dovevi sapere, tieni la bocca chiusa.

P.S. Mia madre, senza chiedermelo prima, si è confidata con una persona – un suo vecchio amico prete – e grazie alla sua gentilezza è arrivata al punto di poter stare seduta a tavola di fronte al tizio che sodomizzava il suo terzo figlio e ridere di aneddoti familiari. Se fai ramanzine, non potrai essere quel genere di amica. Perciò non fare ramanzine. Ascolta.

(Traduzione di Francesco Graziosi)

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