Javier Milei ha dichiarato che la prima serie di leggi sarà presentata al parlamento nel giro di pochi giorni. (Juan Mabromata, Afp)

Javier Milei è diventato presidente dell’Argentina domenica, annunciando che la situazione economica del paese sarebbe “peggiorata” nel breve termine e promettendo una terapia “shock”.

“Non c’è alternativa all’aggiustamento, non c’è alternativa a uno shock”, perché “non ci sono soldi”, ha detto Milei a una folla di sostenitori riuniti fuori dal parlamento, dove aveva appena prestato giuramento.

“Sappiamo che la situazione peggiorerà nel breve periodo. Ma dopo vedremo i frutti dei nostri sforzi”, ha aggiunto, promettendo di “prendere tutte le decisioni necessarie per risolvere il problema causato da cent’anni di sprechi da parte della classe politica”, “la peggiore eredità” mai ricevuta da un governo.

Davanti a lui migliaia di sostenitori, con bandiere argentine e maglie della nazionale, hanno applaudito gridando “Libertad, Libertad” e “Motosierra!” (motosega), in riferimento allo strumento che ha brandito durante la campagna elettorale per simboleggiare i tagli in arrivo.

A mezzogiorno Javier Milei, 53 anni, è diventato il dodicesimo presidente dell’Argentina dal ritorno della democrazia quarant’anni fa, giurando davanti ai parlamentari e indossando la fascia presidenziale bianca e celeste.

Milei il 19 novembre ha ottenuto una clamorosa vittoria al secondo turno delle elezioni presidenziali, battendo il ministro dell’economia uscente Sergio Massa con il 55,6 per cento dei voti.

L’Argentina è la terza economia dell’America Latina, ma è afflitta da un’inflazione cronica (143 per cento), da un debito strutturale e da un 40 per cento di povertà.

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La cerimonia di insediamento di Milei è avvenuta alla presenza di molti leader stranieri, tra cui l’ucraino Volodymyr Zelenskyj, che ha stretto Milei in un lungo abbraccio sui gradini del parlamento.

Presenti anche l’ex presidente brasiliano di estrema destra Jair Bolsonaro, il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il leader del gruppo spagnolo di estrema destra Vox, Santiago Abascal.

Tra gli altri capi di stato e di governo presenti c’erano il re di Spagna Felipe VI e i vicini dell’Argentina: l’uruguaiano Luis Lacalle Pou, il cileno Gabriel Boric e il paraguaiano Santiago Peña.

Il brasiliano Lula, che in passato è stato fortemente criticato da Milei, ha preferito non partecipare.

Milei ha dichiarato che convocherà una sessione straordinaria del parlamento nei prossimi giorni per presentare un primo pacchetto di leggi.