Il candidato di opposizione Yamandú Orsi, un insegnante di storia di sinistra considerato il delfino dell’ex presidente José “Pepe” Mujica, ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre.

Orsi, 57 anni, candidato della coalizione di sinistra Frente amplio, ha ottenuto il 49,8 per cento dei voti, contro il 45,9 per cento di Álvaro Delgado, candidato del Partito nazionale, la formazione di centrodestra al potere.

Orsi prenderà il posto di Luis Lacalle Pou, che, in base alla costituzione uruguaiana, non poteva candidarsi a un secondo mandato consecutivo di cinque anni.

“Sono favorevole a un dialogo nazionale”, ha affermato Orsi dopo la vittoria. “Ovviamente porteremo avanti la nostra visione, ma sempre ascoltando con attenzione quello che dicono gli altri”.

A 89 anni, e nonostante seri problemi di salute, Mujica, un ex guerrigliero detenuto e torturato all’epoca della dittatura militare (1973-1985), ha messo la sua grande popolarità al servizio di Orsi, partecipando a vari comizi e aiutandolo a ottenere il voto dei giovani e degli indecisi.

La vittoria di Orsi, che s’insedierà il 1 marzo 2025, segna il ritorno della sinistra al potere dopo una precedente sequenza di quindici anni consecutivi con Tabaré Vázquez (2005-2010 e 2015-2020) e Mujica (2010-2015).

Il tema della sicurezza

Orsi, che guiderà un paese di 3,4 milioni di abitanti considerato un’oasi di stabilità in Sudamerica, ha affermato che la sua vittoria preannuncia un “cambiamento”, che però non sarà “radicale”.

La campagna elettorale è stata dominata dal tema della sicurezza. Nonostante un alto reddito pro capite e disuguaglianze meno marcate rispetto al resto del continente, negli ultimi anni si sono intensificate nel paese le violenze legate al traffico di droga.

“Vorrei congratularmi con il presidente eletto Yamandú Orsi, con il Frente amplio e con il mio amico Pepe Mujica”, ha affermato sul social network X il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. “È una grande vittoria per tutta la sinistra latinoamericana”.