L’inviato statunitense Steve Witkoff ha discusso della situazione nella Striscia di Gaza con il primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme in un momento in cui molti paesi hanno espresso la loro volontà di riconoscere uno stato palestinese.
Dopo ventidue mesi di una guerra devastante innescata da un attacco di Hamas sul suolo israeliano il 7 ottobre 2023, la Striscia di Gaza è minacciata da una “carestia diffusa”, secondo le Nazioni Unite ed è dipendente dagli aiuti umanitari consegnati via camion o lanciati dal cielo.
Decine di morti a causa di colpi d’arma da fuoco e bombardamenti israeliani si contano ogni giorno nel territorio palestinese assediato da Israele, secondo la protezione civile locale, che ha segnalato 38 palestinesi uccisi il 31 luglio.
Diverse decine di corpi giacciono ammucchiati nell’obitorio dell’ospedale al Shifa nel nord di Gaza, in attesa di essere recuperati dai familiari, ha osservato un corrispondente dell’Afp.
“Il modo più rapido per porre fine alla crisi umanitaria a Gaza è che Hamas si arrenda e liberi gli ostaggi!!!”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump su X.
Non è stato rivelato nessun particolare sull’incontro tra Witkoff e Netanyahu, ma all’inizio di questa settimana Trump ha preso le distanze dal suo alleato israeliano parlando di una “vera carestia” a Gaza.
Prima dell’arrivo dell’inviato di Trump il 31 luglio, decine di madri e parenti di ostaggi ancora detenuti da Hamas hanno manifestato davanti all’ufficio del primo ministro a Gerusalemme, chiedendo un “accordo globale” che garantisca il rilascio dei 49 ostaggi ancora detenuti a Gaza, ventisette dei quali sono stati dichiarati morti dall’esercito.