23 dicembre 2014 12:55

Il 23 dicembre 1984 il rapido 904 partito da Napoli alle 12.55 e diretto a Milano era affollato di passeggeri che si spostavano per le feste natalizie. Alle 19.08 il treno si trovava nella galleria appenninica di San Benedetto Val di Sambro quando esplose un ordigno esplosivo radiocomandato, piazzato su una griglia portabagagli nella carrozza numero 9, al centro del convoglio. Grazie ad alcuni testimoni si ricostruirà che la bomba era stata messa sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.

Nell’esplosione morirono quindici persone e 300 rimasero ferite. Altre due persone morirono dopo. Le prime indagini puntarono sulla pista terroristica, ma l’inchiesta prese presto un’altra strada: nel 1986 il pubblico ministero Pierluigi Vigna incolpò formalmente della strage i mafiosi Guido Cercola e Giuseppe Calò, che l’avrebbero compiuta “con lo scopo pratico di distogliere l’attenzione degli apparati istituzionali dalla lotta alle centrali emergenti della criminalità organizzata che in quel tempo subiva la decisiva offensiva di polizia e magistratura per rilanciare l’immagine del terrorismo come l’unico, reale nemico contro il quale occorreva accentrare ogni impegno di lotta dello stato”.

Nell’inchiesta emersero i collegamenti tra mafia, camorra, terroristi neofascisti, banda della Magliana e P2: secondo i magistrati la cosiddetta strage di Natale è il primo episodio della strategia stragista di cosa nostra, che continuerà negli anni novanta con gli attentati di Firenze, Roma e Milano per contrastare le indagini su cosa nostra e l’attività del maxi processo. Il 25 novembre 2014 si è aperto il processo contro il boss di cosa nostra, Totò Riina, accusato di essere il mandante dell’attentato.

In occasione del trentesimo anniversario della strage, il fotografo Martino Lombezzi, autore di queste foto, ha realizzato anche un documentario per raccontare le esperienze dei sopravvissuti e mantenere viva la memoria di quello che successe. Il progetto di Martino Lombezzi è stato realizzato in collaborazione con l’associazione tra i familiari delle vittime della strage sul rapido 904, Zona e Yart Photography.

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