09 aprile 2015 19:09

Palazzo Ducale a Genova presenta una retrospettiva su August Sander (1876-1964), uno dei maggiori fotografi tedeschi del novecento, offrendo una panoramica esaustiva sulla sua produzione e raccontando come la fotografia sia stata per lui un mezzo per documentare la società e scoprire poco per volta la condizione umana. Secondo lo scrittore Alfred Döblin “la sua opera non consiste nella produzione di ritratti somiglianti, in cui si possa riconoscere con facilità e certezza un individuo determinato, ma di ritratti che suggeriscono intere storie”.

Sander nasce nel 1876 a Herdorf, un sobborgo industriale circondato da miniere dove lavorano lui e il padre. L’attività mineraria richiama lavoratori da tutta la Germania e dal resto dell’Europa, creando un ambiente multiculturale che influenza sicuramente il giovane Sander nel suo interesse per lo studio dei tipi umani. Il primo contatto con la fotografia avviene quando incontra un fotografo incaricato di riprendere l’attività in uno dei pozzi. Dopo questo incontro, allestisce a casa un laboratorio per lo sviluppo e la stampa e i suoi primi soggetti sono proprio i minatori di Herdorf. Durante il servizio militare, cominciato nel 1897, ha la possibilità di perfezionare la tecnica e conoscere meglio le proprie capacità diventando assistente del fotografo militare Giorgio Jung.

Finita l’esperienza militare, Sander si butta a pieno nella professione, lavorando in un laboratorio di Linz ma nel 1910 si trasferisce a Colonia con la moglie e apre uno spazio tutto suo. Qui dà inizio a Uomini del ventesimo secolo, ritratti di persone di qualsiasi estrazione sociale, spesso riprese mentre lavorano. L’opera diventa un catalogo di diversi gruppi sociali, dai contadini agli operai, dagli artisti ai politici, tutti testimoni e archetipi della loro epoca. Questo lavoro viene portato avanti fino alla fine degli anni venti, gli anni della Repubblica di Weimar in cui la Germania offre una grande vivacità culturale grazie alle avanguardie (il Gruppo degli artisti progressisti è molto vicino a Sander) ma anche tensioni e cambiamenti sociali come il diritto di voto alle donne e la giornata lavorativa di otto ore che allontanano una fetta dell’opinione pubblica, come la piccola borghesia, dallo stato e dalle istituzioni.

Le fotografie di Sander raccolgono consensi in patria e all’estero ma il nazismo non apprezza il suo lavoro perché è in conflitto con la concezione di uomo voluta dagli ideologi del partito. Nel 1936 i negativi del libro Volti d’epoca vengono sequestrati e distrutti e le autorità ostacolano anche altri progetti dell’autore.

Accanto ai ritratti, Sander lavora intensamente anche sul paesaggio. Dopo avere concluso Uomini del ventesimo secolo parte per un viaggio di tre mesi in Sardegna con lo scrittore Ludwig Mathar. Il libro non è mai stato pubblicato ma nella mostra di Genova sono presenti alcuni di questi scatti praticamente sconosciuti.

August Sander. Ritratto del xx secolo sarà aperta dall’11 aprile al 23 agosto 2015.

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