15 dicembre 2015 09:29

Si può anche non essere d’accordo con tutte le politiche di Angela Merkel, a cominciare dalla sua ossessione per il rigore di bilancio, ma resta il fatto che la cancelliera tedesca è un vanto per l’Europa.

Criticata anche dai colleghi di partito per il suo rifiuto di chiudere la porta ai profughi siriani e alle prese, per lo stesso motivo, con l’incomprensione della metà dei tedeschi, Merkel resiste, argomenta, non ignora i timori alimentati dalle sue scelte ma riesce a fugarli ripetendo che “ce la faremo” perché “il nostro paese è forte”.

Quale sarebbe l’alternativa a un’accoglienza organizzata?

Riuniti ieri in congresso, i suoi colleghi cristianodemocratici avrebbero voluto fissare un tetto al numero di rifugiati che la Germania è disposta ad accogliere, un numero che inevitabilmente deve essere superiore al milione di persone che hanno già trovato asilo nella Repubblica federale. Merkel però non ha ceduto, e alla fine ha ottenuto l’appoggio del suo partito.

La politica del governo tedesco è osteggiata da diversi paesi europei e da gran parte dell’opinione pubblica, ma quale sarebbe l’alternativa a un’accoglienza organizzata?

In fuga dal terrore del gruppo Stato islamico e dalle bombe del regime siriano, i profughi preferiscono rischiare la morte in mare che andare incontro a una morte certa causata dalle bombe che si abbattono sulle loro città. Escludendo (fortunatamente) l’idea di affondare i loro barconi, non c’è altro da fare che dividere l’onere dell’accoglienza tra i diversi paesi dell’Unione, perché sarebbe impossibile chiedere alla Grecia e all’Italia di risolvere il problema senza aiuti.

I nostri migliori alleati

Per questo motivo si parla di quote, del rafforzamento delle frontiere esterne dell’Unione per distinguere tra migranti economici e profughi di guerra e di finanziare il soggiorno dei profughi siriani in Turchia. L’Unione si è impegnata a seguire questa linea con cui Merkel vorrebbe arrivare a una “riduzione sostanziosa” del numero di profughi in Europa e in Germania. La cancelliera si impegna su tutti i fronti e ribadisce che non intende accettare la chiusura delle porte, una soluzione tanto inumana quanto illusoria perché non impedirebbe ai disperati siriani di tentare la sorte e aumenterebbe il caos in tutta l’Unione.

Merkel è il vanto dell’Europa e della politica comunitaria non solo perché rifiuta l’indifferenza davanti alle disgrazie altrui, ma anche e soprattutto perché ha il coraggio di sfidare l’incomprensione per cercare soluzioni piuttosto che negare la realtà.

Un’ultima considerazione. Prima o poi il dramma siriano avrà una fine, e quando torneranno a casa i siriani che abbiamo accolto saranno i nostri migliori alleati in Medio Oriente, i difensori dei valori europei di cui avranno beneficiato. In una prospettiva futura questo risultato non ha prezzo.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è stato pubblicato su France Inter.

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