31 maggio 2016 12:36

Sto vivendo una piccola crisi esistenziale. Secondo una nuova ricerca, se rientro nella media, circa metà delle persone che considero mie amiche non mi considerano affatto un amico: il che dimostra che siamo cronicamente incapaci di giudicare la reciprocità dell’amicizia.

Naturalmente, sapevo già che esistono le amicizie sbilanciate, io ne ho diverse, e sono sicuro che ne avete anche voi. Ma in tutti i casi che mi vengono in mente, sono io a non aver particolarmente investito su quel rapporto, ed è l’altra persona a non rendersene conto. Non sono io quello che si illude.

Tuttavia, se i risultati di questo genere di studi sono corretti, il fenomeno è così diffuso che difficilmente io posso essere un’eccezione. Come nel caso della famosa scoperta che quasi tutti sono convinti di far parte del 50 per cento dei guidatori più prudenti, non possiamo tutti sapere esattamente a quali persone piacciamo.

Anche in amicizia vince chi fugge
Ma se attraversiamo la vita con una visione così distorta dei nostri rapporti sociali, che dire di tutti gli altri luoghi comuni sull’importanza dell’amicizia? Secondo i ricercatori, avere amici ci mantiene in buona salute, ci fa vivere più a lungo, ci rende meno vulnerabili alla depressione e ci aiuta a realizzare i nostri obiettivi economici. Però, quanto di tutto questo, soprattutto se gli studi si basano sull’autovalutazione, deriva dal fatto che abbiamo veramente degli amici e quanto dal fatto che pensiamo di averne?

Verrebbe da chiedersi se anche a proposito dell’amicizia valga la vecchia (e giusta) teoria sull’amore: in ogni rapporto, è la persona che ci tiene di meno ad avere il controllo della situazione. Rimaniamo legati alle nostre amicizie sbilanciate perché abbiamo intuito che l’altra persona va ancora convinta che vale la pena di stare con noi?

Forse non dovremmo sorprenderci di scoprire che, per quanto riguarda l’amicizia, siamo tutti vittime di un’illusione egocentrica, come succede in molti altri campi della vita. Le persone che godono di una buona autostima di solito sopravvalutano sia le proprie capacità di intrattenere rapporti interpersonali sia il controllo che hanno sugli eventi: secondo alcuni psicologi chi soffre di una leggera depressione ha una percezione più precisa delle sue capacità rispetto a chi non ne soffre. Per stare bene al mondo, spesso è più comodo avere fiducia in se stessi che vedere le cose come stanno.

Usare meglio il nostro tempo
Ah, c’è anche un altro motivo per non spaventarci al pensiero che forse i nostri “amici” in segreto non hanno nessuna simpatia per noi: lo studio, come tanti nel campo della psicologia sociale, è stato condotto su un campione di studenti universitari (i loro amici e i componenti più giovani della loro famiglia).

È noto che con il passare degli anni la nostra cerchia sociale si riduce, spesso fino ad arrivare a una vecchiaia solitaria. Non sarebbe più giusto vedere questa riduzione come una selezione che ci fa concentrare sulle amicizie davvero corrisposte? La solitudine degli anziani è senza dubbio un problema, ma non è detto che dipenda dal fatto che hanno pochi amici. Se nei miei ultimi anni rimanessi con pochissimi amici, perché la vita li ha filtrati e ridotti a quelli che contano veramente, non sono sicuro che la cosa mi rattristerebbe. Forse vorrebbe dire che sto semplicemente sfruttando meglio il tempo che mi rimane.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

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