14 aprile 2015 13:00


Giovedì 16 aprile esce nelle sale Mia madre, il nuovo film di Nanni Moretti. Il titolo dà un’idea precisa di quello che vedremo ma, come al solito con Moretti, c’è molto di più. Si parla di inadeguatezza e di disagio di fronte a tutto quello che la vita può riservare, che sia una madre malata in ospedale, il lavoro, il rapporto con gli altri, familiari, amici, colleghi e collaboratori, o anche solo una lavatrice che allaga la casa. Tutto questo trattato con l’intelligenza e l’onestà, la misura e la coerenza, la semplicità e la complessità per cui non smetteremo mai di apprezzare il modo unico di fare cinema di Nanni Moretti.

Margherita Buy interpreta Margherita, una regista in cui si può facilmente individuare una proiezione al femminile dello stesso Moretti. La incontriamo in un momento faticoso della sua vita. Alterna il lavoro sul set di un film ambientato in una fabbrica occupata (un film “positivo, pieno di energia” che non potrebbe essere più lontano da un film di Moretti) alle visite in ospedale alla madre Ada (Giulia Lazzarini), gravemente malata. Intorno a lei conosciamo il fratello Giovanni (Nanni Moretti) che agli occhi di Margherita sembra molto meno inadeguato, almeno nell’assistere la madre, e la figlia Livia (Beatrice Mancini) che zoppica in latino e che avrebbe preferito fare il liceo linguistico invece del classico.

L’interpretazione di Margherita Buy è forse la migliore che io ricordi. Ideale per restituire tutte le sfumature emotive e intime messe insieme dalla sceneggiatura (scritta da Moretti insieme a Francesco Piccolo e Valia Santella). Si coglie anche il sottile divertimento che l’attrice ha confessato nel vestire i panni del regista (nel poter urlare contro gli attori). Le scene sul set sono quelle in cui si ride (l’ironia sul mondo del cinema non è mai mancata nei film di Moretti) anche grazie all’arrivo sul set di un istrionico attore straniero, Barry (interpretato da John Turturro perfettamente a suo agio nel gioco dell’attore che interpreta l’attore).

Ma Mia madre è pieno di momenti commoventi, quando si allontana dal mondo del cinema e si avvicina alla realtà, all’intimità di due fratelli che stanno perdendo la madre. E in quei momenti Margherita e Giovanni diventano tutti noi. Ada, professoressa di latino in pensione, una bravissima Giulia Lazzarini, svanisce lentamente, lasciando dietro di sé una traccia di calma e di dolcezza. Ma i figli, i nipoti, gli ex alunni e anche i suoi libri ora dovranno vedersela da soli. E Moretti, giustamente, non indica nessuna particolare e possibile consolazione.


Chiudiamo con una domanda che rimane per ora senza risposta. Margherita Buy, nelle parole di Nanni Moretti, si è caricata il film sulle spalle. E il risultato è eccezionale. E Moretti? Nel ruolo di Giovanni, fratello calmo e solido (anche se pure lui vacilla), discreto ma presente, sembra un punto di riferimento importante per la affannata Margherita. È un altro aspetto della sfaccettata figura dell’autore, una sorta di voce della sua coscienza? È una figura ideale, quella che tutte le persone sperano di avere accanto o quella a cui bisognerebbe aspirare? O magari ne accoglie in sé più di una? Di sicuro per Margherita, senza Giovanni, sarebbe ancora più dura.

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