08 settembre 2023 08:50

Il vertice delle principali venti economie mondiali, il G20, ci offre su un piatto d’argento un esempio delle divisioni del mondo attuale. Negli ultimi anni l’organizzazione ha assunto un’importanza sempre maggiore perché è diventata l’istanza più rappresentativa della diversità globale, certo più del Consiglio di sicurezza dell’Onu, rimasto bloccato al mondo del 1945 con il suo iniquo diritto di veto.

Ma oggi il G20 cade vittima della frammentazione del pianeta. Il vertice che si svolgerà il 9 e 10 settembre a New Delhi, sotto la presidenza indiana, avrà due grandi assenti. Il primo è naturalmente Vladimir Putin, su cui pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale (Cpi). Anche se l’India non riconosce la giurisdizione della Cpi, Putin ormai viaggia il meno possibile.

L’altro assente è il numero uno cinese Xi Jinping. Per quanto mi sia sforzato, non ho trovato alcuna spiegazione ufficiale della sua defezione. La Cina sarà rappresentata dal primo ministro Li Qiang, dunque non c’è alcuna volontà di imporre un boicottaggio. Tuttavia l’assenza del leader della seconda economia mondiale da un vertice a cui parteciperanno Joe Biden, i leader europei e quelli dei grandi paesi emergenti come il Brasile è tutt’altro che banale.

Conseguenze multiple
Esistono diverse spiegazioni possibili. Gli indiani, grandi rivali della Cina, sospettano che Xi abbia voluto privare il primo ministro Narendra Modi di un successo diplomatico. Gli statunitensi, di contro, si domandano se il numero uno cinese abbia voluto evitare un incrocio con Biden in piena fase di tensione tra Cina e Stati Uniti.

Ma in questo contesto è fondamentale ricordare che appena due settimane fa Xi si trovava a Johannesburg per il vertice dei Brics, il gruppo di paesi emergenti dominato dalla Cina. Per l’occasione i membri del club hanno deciso di allargare i ranghi per la prima volta, passando da cinque stati a undici.

Al momento i Brics non rappresentano un’alternativa al G20 valida per la Cina

Possiamo ipotizzare che Xi Jinping abbia scelto di dare la precedenza ai Brics, dove è in posizione di forza, piuttosto che al G20 in cui la guerra in Ucraina e la sua amicizia con la Russia rischiano di rappresentare un problema? Sarebbe una decisione carica di conseguenze.

Privilegiando i Brics a scapito di un’organizzazione multilaterale come il G20, Xi rischierebbe di accelerare la frammentazione del mondo, un fenomeno che è sicuramente anteriore all’invasione russa dell’Ucraina ma che è diventato palese negli ultimi 18 mesi.

Al momento, però, i Brics non rappresentano un’alternativa valida per la Cina. L’India, in particolare, non intende permettere a Pechino di trasformare l’istanza di cooperazione dei paesi del sud in una punta di lancia antioccidentale.

Inoltre, malgrado lo spettacolare allargamento del mese scorso, i Brics restano un guscio vuoto, tanto che a Johannesburg non è stato deciso nulla in merito all’ambizione di alcuni paesi di procedere verso una dedollarizzazione del pianeta creando una moneta comune.

L’assenza di Xi a Delhi forse è solo un semplice incidente in un clima internazionale teso, ma in ogni caso getta un’ombra su un vertice che costituisce una delle ultime passerelle tra mondi antagonistici.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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