L’inviato saudita Nayef al Sudairi a Ramallah (Ahmad Gharabli, Afp)

Il 26 settembre, nel corso di una rara visita nella Cisgiordania occupata, l’inviato saudita Nayef al Sudairi ha promesso che la causa palestinese sarà al centro di qualsiasi accordo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Israele.

È la prima volta da trent’anni che una delegazione saudita visita la Cisgiordania, che Israele occupa insieme ad altri territori dalla guerra araboisraeliana del 1967.

La visita arriva mentre Washington cerca di convincere i suoi alleati mediorientali Israele e Arabia Saudita a normalizzare le relazioni, sulla scia di accordi simili che hanno coinvolto gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein e il Marocco.

I palestinesi hanno definito questi accordi “un tradimento della loro lotta per ottenere uno stato”, ma Al Sudairi ha affermato che Riyadh è al loro fianco.

“La questione palestinese è un pilastro fondamentale”, ha dichiarato ai giornalisti dopo aver incontrato il ministro degli esteri palestinese Riyad al Maliki a Ramallah. “L’iniziativa araba, presentata dall’Arabia Saudita nel 2002, è al centro delle discussioni in corso”.

L’iniziativa araba prevede la normalizzazione delle relazioni con Israele in cambio del suo ritiro dalla Cisgiordania, da Gerusalemme Est, dalla Striscia di Gaza e dalle alture del Golan.

La settimana scorsa, però, il presidente palestinese Abu Mazen, 87 anni, ha detto di avere forti dubbi sui paesi arabi che stringono legami con Israele.

“Chi pensa che la pace possa affermarsi in Medio Oriente senza che i palestinesi abbiano uno stato, rimarrà deluso”, ha dichiarato all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Svolta per il Medio Oriente

Washington ha spinto per avviare i negoziati tra Israele e l’Arabia Saudita sostenendo che una normalizzazione delle relazioni sarebbe una svolta per l’intero Medio Oriente.

Al centro dei colloqui ci sono garanzie di sicurezza per l’Arabia Saudita e assistenza per un programma nucleare civile, secondo quanto hanno riferito all’Afp funzionari vicini ai negoziati che hanno chiesto di restare anonimi.

Il principe ereditario saudita e leader de facto del paese, Mohammed bin Salman, ha dichiarato all’emittente statunitense Fox che il regno “si sta avvicinando” a un accordo con Israele, sottolineando però che la causa palestinese rimane “molto importante” per Riyadh.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato il 22 settembre alle Nazioni Unite che “siamo alla vigilia di una storica pace tra Israele e l’Arabia Saudita”.

Intervenendo il 26 settembre a una cerimonia per ricordare la guerra araboisraeliana del 1973, ha affermato che “molti stati del Medio Oriente vogliono la pace con Israele”.

Gli accordi di Oslo del 1993 avrebbero dovuto portare a uno stato palestinese indipendente, ma il fallimento dei negoziati e le continue violenze hanno complicato la situazione.

Il governo di destra di Netanyahu ha ampliato gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, che sono illegali in base al diritto internazionale.

Dall’inizio dell’anno almeno 242 palestinesi e 32 israeliani sono morti nelle violenze.

Gli Stati Uniti, che in passato hanno fatto da mediatori tra israeliani e palestinesi, non si sono più impegnati seriamente per una soluzione a due stati dopo un tentativo fallito quasi dieci anni fa.