Più di 110 persone sono morte il 5 ottobre nell’attacco a un’accademia militare a Homs, nel centro della Siria. L’esercito siriano ha promesso di “rispondere con fermezza”, facendo temere un’escalation.

L’attacco, condotto durante una cerimonia per la promozione di alcuni ufficiali, è stato attribuito a “gruppi terroristici”. L’esercito ha riferito che sono stati usati “droni carichi di esplosivi”.

“L’attacco ha causato 112 vittime, tra cui 21 civili, e almeno 120 feriti”, ha affermato l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani.

L’attacco, che non è stato rivendicato, potrebbe essere stato condotto dai gruppi jihadisti che controllano una parte del paese, e che dispongono di droni.

Le forze governative hanno reagito conducendo alcuni raid nella regione nordoccidentale di Idlib, l’ultima roccaforte dei gruppi jihadisti. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i raid hanno causato otto morti e trenta feriti.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres “è profondamente preoccupato per l’attacco a Homs e per i successivi raid”, ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha chiesto alle parti di “evitare un’escalation”.

Dal 2011 il conflitto in Siria ha causato più di mezzo milione di morti e coinvolto gli eserciti di Stati Uniti, Russia e Turchia.