John Wessels, Afp

La Liberia si avvia verso una replica del ballottaggio delle elezioni presidenziali del 2017, con il presidente uscente George Weah e il suo sfidante Joseph Boakai testa a testa, secondo i risultati provvisori basati su più del 90 per cento delle schede scrutinate.

Weah, ex campione di calcio vincitore del pallone d’oro nel 1995, eletto per la prima volta nel 2017, ha ottenuto il 43,8 per cento dei voti, contro il 43,5 per cento di Boakai, in base agli ultimi risultati comunicati il 17 ottobre dalla commissione elettorale. Nessuno degli altri diciotto candidati ha superato il 3 per cento.

Né Weah né Boakai, vicepresidente dal 2006 al 2018, possono quindi essere eletti al primo turno.

Il secondo turno dovrebbe svolgersi due settimane dopo l’annuncio dei risultati ufficiali, ma potrebbe essere rinviato in caso di ricorsi.

Weah è molto popolare tra i giovani, anche se alcuni lo accusano di non aver mantenuto le promesse. La povertà è rimasta invariata e la corruzione è aumentata.

Negli ultimi tre anni cinque alti funzionari liberiani sono stati sanzionati da Washington per corruzione.

Boakai è una figura di spicco della politica liberiana da quasi quattro decenni. Ha promesso di migliorare l’immagine del paese, di sviluppare le infrastrutture e di ridurre la povertà.

Ha stretto alleanze con alcuni politici locali, tra cui l’ex signore della guerra e senatore Prince Johnson, molto influente nella regione settentrionale di Nimba, che sei anni fa aveva appoggiato Weah.

Boakai ha infatti ottenuto ottimi risultati nella regione centrosettentrionale di Nimba, oltre che in quella nordoccidentale di Lofa, di cui è originario.

Rischio di violenze

Il secondo turno dovrebbe essere molto combattuto.

Secondo l’analista politico Abdullah Kiatamba, chi uscirà vincitore dal primo turno avrà un maggiore slancio. Kiatamba teme però possibili violenze dopo il ballottaggio.

Nel primo turno, che si è svolto il 10 ottobre, l’affluenza alle urne è stata alta e non sono stati segnalati incidenti di rilievo.

Durante la campagna elettorale, invece, gli scontri tra sostenitori del partito al potere e quelli dell’opposizione hanno causato alcuni morti, soprattutto nella provincia di Lofa.

Gli osservatori internazionali hanno confermato che il primo turno si è svolto in modo regolare.

La Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) ha però invitato i candidati a non dichiararsi prematuramente vincitori e ha avvertito che in caso di violenze prenderà provvedimenti contro i responsabili.

Le elezioni sono le prime a svolgersi senza la presenza della missione delle Nazioni Unite, istituita nel 2003 per garantire la pace dopo una guerra civile che ha causato più di 250mila vittime tra il 1989 e il 2003.