Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha inoltrato il 23 ottobre al parlamento di Ankara la richiesta di adesione della Svezia alla Nato, sbloccando uno stallo che durava da diciassette mesi.

“Il protocollo di adesione della Svezia alla Nato è stato firmato il 23 ottobre dal presidente e sottoposto alla grande assemblea nazionale turca”, ha affermato l’ufficio della presidenza in un messaggio pubblicato sul social network X.

Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha risposto su X: “Spetta ora al parlamento turco valutare la questione. Non vediamo l’ora di entrare nella Nato”.

Il segretario generale dell’alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha auspicato di poter accogliere “il più presto possibile” Stoccolma.

A luglio Erdoğan aveva rinunciato a mettere il veto all’adesione della Svezia alla Nato, affermando che la decisione finale sarebbe spettata al parlamento, che ha ripreso i lavori il 1 ottobre dopo la pausa estiva.

Svezia e Finlandia cedono al ricatto turco
Per superare il veto di Ankara al loro ingresso nella Nato, i due paesi scandinavi hanno firmato un accordo dai contorni poco chiari che potrebbe mettere a rischio i rifugiati curdi

Negli ultimi mesi Erdoğan, che il 21 ottobre ha avuto un colloquio telefonico con Stoltenberg, ha chiesto più volte alla Svezia di evitare che avvengano altri episodi di profanazione del Corano, che hanno inasprito le relazioni tra Ankara e Stoccolma. Le autorità svedesi avevano infatti autorizzato alcuni eventi di protesta in cui sono state bruciate o strappate copie del testo sacro dell’islam.

Ankara critica anche la Svezia per la presunta indulgenza nei confronti dei miliziani curdi che si sono rifugiati sul suo territorio.

La Turchia e l’Ungheria sono gli unici due paesi della Nato che non hanno ancora ratificato l’adesione della Svezia.

Ankara ha invece ratificato a marzo l’adesione della Finlandia.