Il leader dell’opposizione Mirza Fakhrul Islam Alamgir. (Afp)

Il 29 ottobre il leader dell’opposizione del Bangladesh e più di cento esponenti del suo partito sono stati incriminati per omicidio dopo la morte di un poliziotto durante una manifestazione contro la premier Sheikh Hasina, a tre mesi dalle elezioni legislative.

“Almeno 164 esponenti del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), tra cui il leader Mirza Fakhrul Islam Alamgir, sono stati incriminati per l’omicidio di un poliziotto”, ha affermato Salahuddin Mia, un responsabile della polizia della capitale Dhaka. L’episodio si è verificato il 28 ottobre durante una manifestazione antigovernativa.

Se riconosciuti colpevoli, potrebbero essere condannati a morte.

La polizia ha fatto sapere che dal 21 ottobre sono stati arrestati almeno 1.480 oppositori.

Leader del Partito nazionalista del Bangladesh, Alamgir, 75 anni, è stato “arrestato per essere interrogato”, aveva inizialmente fatto sapere la polizia, precisando che l’arresto era legato alle violenze del 28 ottobre, durante le quali almeno 26 ambulanze sono state incendiate o danneggiate.

La polizia ha aggiunto che i manifestanti hanno dato fuoco a un autobus all’alba del 29 ottobre, causando la morte di una persona e gravi ustioni a un’altra

Khaleda Zia ai domiciliari

Alamgir è alla guida del Bnp da quando Khaleda Zia, presidente del partito e due volte premier, è stata condannata a una pena detentiva per corruzione e suo figlio ha lasciato il paese. Zia, che è malata, si trova oggi agli arresti domiciliari.

Negli ultimi mesi l’opposizione ha organizzato una serie di manifestazioni antigovernative.

Indetta dal Bnp e dal Jamaat-e-Islami, il principale partito islamista del Bangladesh, la manifestazione del 28 ottobre è stata la più grande dall’inizio dell’anno.

I dimostranti hanno chiesto alla premier Hasina di dimettersi e di lasciare il posto a un governo di garanzia, che avrebbe il compito di portare il paese alle elezioni.

Le manifestazioni sono però degenerate in scontri nel centro della capitale che sono durati alcune ore.

Il 29 ottobre il governo ha rafforzato la sicurezza a Dhaka, schierando migliaia di poliziotti e di guardie di frontiera paramilitari.

Nel distretto di Lalmonirhat, nel nord del Bangladesh, un giovane leader del partito al potere è rimasto ucciso negli scontri con sostenitori dell’opposizione, ha affermato il 29 ottobre la polizia.

Scontri tra forze di sicurezza e sostenitori dell’opposizione sono stati segnalati anche nella città industriale di Narayanganj.

La polizia ha sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni contro i dimostranti che bruciavano pneumatici e danneggiavano veicoli, ha dichiarato all’Afp Golan Mostofa Russell, capo della polizia locale.

Violazioni dei diritti umani

Alcuni governi occidentali e organizzazioni per i diritti umani hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione in Bangladesh.

Il 29 ottobre l’Unione europea ha affermato che è “fondamentale organizzare elezioni trasparenti e pacifiche”.

Gli Stati Uniti hanno condannato gli scontri del 28 ottobre e hanno chiesto “moderazione”, minacciando restrizioni sui visti.

Sheikh Hasina, figlia del primo presidente del Bangladesh, è al potere da quindici anni. In questo periodo il paese ha avuto una rapida crescita economica, che gli ha permesso di superare l’India in termini di pil pro capite. Ma il governo è stato coinvolto in scandali di corruzione e in violazioni dei diritti umani.

Le forze di sicurezza sono accusate di aver arrestato decine di migliaia di attivisti dell’opposizione e di averne uccisi centinaia in esecuzioni extragiudiziali.