La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. (Handout, Ukrainian Presidential Press Service)

L’8 novembre la Commissione europea ha dato il via libera all’apertura dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina e della Moldova all’Unione europea. La decisione, che sarà sottoposta ai Ventisette nel vertice di metà dicembre a Bruxelles, era attesa da tempo a Kiev, in guerra con la Russia da quasi due anni.

“È una giornata storica”, ha affermato davanti alla stampa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha espresso la sua soddisfazione: “I cittadini ucraini meritano di far parte dell’Unione europea”.

Nel giugno 2022 l’Unione europea aveva accordato all’Ucraina (e alla vicina Moldova) lo status di paese candidato, in un gesto altamente simbolico a pochi mesi dall’inizio della guerra con la Russia.

Per passare alla fase successiva, cioè all’avvio dei negoziati per l’adesione, la Commissione europea aveva chiesto a Kiev di rispettare sette condizioni, alcune delle quali in materia di giustizia e lotta alla corruzione.

“Nonostante le enormi difficoltà causate dall’invasione russa, l’Ucraina si è impegnata a fondo nelle riforme”, ha sottolineato von der Leyen.

Per l’Ucraina e la Moldova il percorso sarà però ancora lungo. Se a dicembre i capi di stato e di governo dei Ventisette ratificheranno la decisione della Commissione europea, Kiev e Chișinău si uniranno a una lista di paesi europei che hanno già avviato i negoziati per l’adesione. In alcuni di questi, come la Turchia, i progressi sono lentissimi. I negoziati tra Bruxelles e Ankara sono cominciati nel 2005, ma sono sospesi dal 2018.

L’espansione dell’Unione europea verso est è considerata da molti leader come un presupposto fondamentale della sua sicurezza, minacciata dall’aggressività di Mosca.

La candidatura della Georgia

Anche la Moldova, un piccolo stato tra i più poveri d’Europa, che denuncia regolarmente i tentativi di destabilizzazione da parte della Russia, ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea.

“La Moldova ha portato avanti riforme significative nonostante i tentativi esterni di destabilizzazione”, ha dichiarato von der Leyen.

La Georgia, parzialmente occupata dall’esercito russo dal 2008, ha invece ottenuto lo status di paese candidato all’adesione, che le era stato rifiutato nel 2022.

“Gioisco insieme al popolo georgiano”, ha affermato la presidente filoccidentale Salomé Zourabishvili.

Von der Leyen ha però avvertito che per accedere ai negoziati di adesione Tbilisi dovrà intraprendere “importanti riforme”.

Infine, la Commissione europea ha espresso il suo sostegno alla Bosnia Erzegovina, paese candidato, affermando che una volta compiuti alcuni passi avanti sulle riforme sarà possibile aprire i negoziati per l’adesione.

Qualunque sia la decisione dei Ventisette, il processo di adesione sarà arduo per tutti i paesi candidati.

L’eventuale ingresso dell’Ucraina, che ha più di quaranta milioni di abitanti, comporterà nuove difficoltà per il funzionamento dell’Unione europea, anche per quanto riguarda i finanziamenti.

Secondo alcuni stati membri, tra cui la Francia e la Germania, l’Unione dovrà attuare profonde riforme per poter funzionare con un numero maggiore di paesi.